Ancona-Osimo

G7 Salute, il sindaco Silvetti e il presidente Acquaroli: «Ancona e le Marche sotto i riflettori»

Il sindaco candida il capoluogo a ospitare altri eventi internazionali. Il presidente ricorda il contributo dei sanitari durante la pandemia

G7 Salute ad Ancona, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e il sindaco di Ancona Daniele Silvetti
G7 Salute ad Ancona, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e il sindaco di Ancona Daniele Silvetti

ANCONA – Al G7 Salute stamattina 10 ottobre anche i rappresentanti del Comune di Ancona, presente con il sindaco Daniele Silvetti, e della Regione Marche, con il presidente Francesco Acquaroli. Entrambi si sono intrattenuti con la stampa rilasciando alcune dichiarazioni sul tema salute e sanità, quello di cui si sta discutendo nell’auditorium della Mole, ma anche sull’aspetto di promozione turistica che, inevitabilmente, si riflette positivamente sul territorio che ospita un evento internazionale del genere. «Provo emozione e orgoglio per ospitare qui ad Ancona questo grande vertice mondiale – afferma Daniele Silvetti – e lo facciamo proprio qui, in questo contesto storico, che tre secoli fa è nato come presidio di sanità pubblica. Celebriamo oggi il vertice sulla sanità, una grande ricorrenza. Speriamo che questo luogo sia particolarmente di ispirazione a chi ha nelle proprie mani le scelte vitali per la popolazione e la sua salute. Molti dei partecipanti non conoscevano questo angolo d’Italia, sono rimasti particolarmente colpiti dall’affaccio sul mare e sul porto e questo contesto ha permesso loro di conoscere di più e meglio questo il capoluogo di regione, hanno capito quale capacità e quale patrimonio ci sia da scoprire».

Il capoluogo si candida per accogliere altri eventi internazionali, in futuro, come spiega ancora Silvetti: «Ancona accoglie questo grande evento e lo fa consapevole della sua storia, la città ha dato dimostrazione di essere all’altezza di questo grande evento. Siamo una città sull’Adriatico che guarda all’Oriente e ai Balcani, il contesto è tale per cui Ancona si può candidare benissimo per essere sede ideale per vertici di pace, di economia, di sviluppo, e di internazionalizzazione. Ci candidiamo a pieno tondo per quello che può essere il ruolo della città di Ancona a livello internazionale. Disagi per il traffico ce ne sono stati, soprattutto nelle prime ore, e lo sapevamo, ma tutto è stato gestito nel modo più razionale possibile. Ci dispiace per i cittadini, abbiamo cercato di dare il minore impatto possibile, è il contributo di pazienza con cui poi si costruiscono eventi come questi».

L’orgoglio, la marchigianità, il ruolo della sanità nelle pandemie, le Marche sotto i riflettori internazionali anche nelle considerazioni del presidente della Regione, Francesco Acquaroli: «Tanti ospiti di caratura internazionale si ritrovano qui, nelle Marche, per affrontare le sfide del futuro. Questo deve essere un grande orgoglio ma anche una grande responsabilità sotto molteplici punti di vista». E poi il punto sulla sanità marchigiana: «Nonostante tutte le criticità post Covid e tutte le difficoltà di questo momento che, purtroppo, dipendono da tante variabili non tutte riconducibili al nostro operato, è una sanità che a livello nazionale sicuramente ha dei risultati importanti. Una regione benchmark che unisce la qualità dei servizi alla tenuta dei conti, nelle Marche per due anni consecutivi abbiamo avuto il miglior ospedale pubblico d’Italia, e la nostra è una regione tra le più longeve d’Europa. Abbiamo accolto gli ospiti del G7 in una delle location più belle delle Marche, Numana, un luogo bellissimo di cui andare orgogliosi, d’altra parte questa è un’occasione che ci permette anche di promuovere le Marche».

Acquaroli torna poi sull’emergenza dettata negli scorsi anni dalla pandemia e conclude: «E’ stato un momento drammatico a livello globale, una gestione complessa e difficile, di fronte alla quale il nostro sistema ha reagito benissimo e anche in quell’occasione s’è dimostrato uno dei migliori sistemi a livello nazionale e per questo bisogna ringraziare gli operatori per tutto quello che hanno fatto in quel momento e per quello che fanno ancora oggi. La pandemia ci ha insegnato che la sanità non è negli ospedali. Gli acuti si curano negli ospedali ma prima degli ospedali bisogna costruire un territorio che sia in grado di affrontare le sfide e sostenere le nostre comunità. La medicina del territorio è fondamentale per il paziente ma anche per il sistema».