ANCONA – «Non voglio morire, voglio vivere ho fatto delle promesse e le voglio mantenere». È questo l’accorato appello rivolto alla rete da Lorenzo Farinelli, medico e attore anconetano di 34 anni, colpito da un linfoma non – Hodgkin a grandi cellule B. Una malattia che come spiega lui stesso gli ha «stravolto la vita» da otto mesi a questa parte, da quando cioè è arrivata impietosa la diagnosi. La raccolta fondi, lanciata da familiari e amici di Lorenzo, è partita ieri sera (1 febbraio) ed è subito divenuta virale sui social. Obiettivo: permettergli di pagare una costosa terapia che potrebbe salvargli la vita dal momento che la sua malattia non ha risposto bene alla chemioterapia.
Si chiama CAR-T la cura che potrebbe dare speranze a Lorenzo, ma in Italia è stata approvata da pochi mesi, mentre negli Stati Uniti è già praticata da alcuni anni. Lorenzo, che vive con la compagna, lavorava come medico al Santo Stefano di Montecosaro e alla Residenza Dorica di Ancona, ma la malattia lo ha obbligato ad abbandonare la sua attività professionale, costringendolo su una sedia a rotelle.
Aveva iniziato ad accusare problemi alla gamba nel febbraio scorso in seguito ad un urto avvenuto mentre era al lavoro.
Nei giorni successivi vedendo che il dolore non si attenuava Lorenzo decide di fare una risonanza magnetica alla colonna vertebrale, ma dall’esame non era emerso nulla di preoccupante. Nel marzo però una seconda caduta causata nuovamente da un urto, lo spinge a sottoporsi ad ulteriori accertamenti dai quali arriva purtroppo la diagnosi: una massa neoplastica che viene rilevata non solo alla gamba, ma anche alla testa.
All’Ospedale di Torrette viene subito attuato il protocollo di cure, prima nel reparto di oncologia e successivamente in quello di ematologia, una volta avuta la conferma che si trattasse proprio di linfoma. «All’inizio la malattia sembrava rispondere molto bene alle cure – racconta Lorenzo – gli ematologi dell’ospedale di Torrette sono stati sempre molto scrupolosi. Poi però il tumore si è dimostrato resistente alla chemioterapia e nel mese di novembre ho avuto una ricaduta che mi ha portato a non potere più uscire di casa e a muovermi sulla sedia a rotelle».
Lorenzo però, nonostante disagi e dolore causati dalla malattia e dalle terapie, non molla e come spiega vuole «combattere fino alla fine» per se stesso e per la sua famiglia che come ci tiene a precisare gli sta dando un «grandissimo sostegno». Le giornate scorrono lente, anche se cerca di tenersi impegnato nella lettura, ma fortunatamente è circondato dall’affetto della compagna, dei familiari e dei tanti amici che lottano insieme a lui.
Insieme alla sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, e al Savoia Benincasa, istituto scolastico a suo tempo frequentato dal giovane, anche il direttore degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, si è unito all’appello in favore di Lorenzo e ha già fatto la sua donazione: «Una gara di solidarietà come questa è il segno che viviamo in una comunità sana».
Una malattia dalla diagnosi precoce difficile perché come spiega lo stesso Lorenzo, ha un esordio differente a seconda delle persone e degli organi colpiti: ossa, cuore o polmoni. «Occorre non sottovalutare i sintomi – dice – Molte persone temono la chemioterapia e tendono a non curarsi, invece è importante farlo e buttarsi anche sulla ricerca. La terapia che stanno paventando per me all’Istituto Nazionale Tumori di Milano è un progetto salvagente. Stanno facendo di tutto per farmi accedere a questa cura, Stati Uniti sono il piano b che però essendo costosissimo necessita di una mobilitazione precoce». La CAR-T in pratica prende i linfociti T e li riprogramma per andare a distruggere il tumore.
Ecco dove versare il contributo per aiutare Lorenzo:
Al momento sono attivi due metodi di pagamento: sulla piattaforma GoFundMe oppure con bonifico bancario sul conto del papà, Iban IT 39D 36 081 05 138 29 290 789 29 14, intestato a Giovanni Farinelli, indicando nella causale un messaggio per Lorenzo.
Da lunedì saranno attive anche altre modalità di versamento.