GENGA – Gattina torna a casa con un pallino di piombo all’occhio sinistro e un giovane finisce a processo per tentata uccisione di animale. Un’accusa che però non ha retto oggi davanti al giudice del tribunale di Ancona che ha assolto un 26enne jesino perché il fatto non sussiste.
A farlo finire sotto processo era stata la testimonianza del nonno della padrona della micia, una fabrianese di 38 anni che aveva sporto denuncia contro ignoti quando a novembre 2010 l’animale era tornato a casa ferito.
Nell’occhio sinistro aveva il pallino di piombo che rischiava di renderla cieca. Alla gattina andò bene perché si salvò. Il nonno della giovane però aveva riferito ai militari che in zona abitava un ragazzo che possedeva una carabina ad aria compressa, compatibile con il pallino trovato nell’occhio del felino. Il 26enne si era difeso, all’epoca dei fatti, spiegando che aveva prestato l’arma ad un amico e lui con lo sparo alla gattina non c’entrava nulla. La vicenda finì comunque in tribunale. Inizialmente per il 26enne era stato emesso un decreto di condanna, evitando il dibattimento, pari al pagamento di 5mila euro. Il giovane però ha preferito andare a processo e difendersi perché convinto della sua innocenza. Una perizia della difesa, fatta da un esperto di balistica, aveva dimostrato come la carabina del ragazzo non aveva abbastanza potenza per raggiungere l’animale e ferirlo. Oggi il giudice Alberto Pallucchini ha assolto il ragazzo perché il fatto non sussiste. La gattina, a distanza di 8 anni, gode ottima salute mentre nel frattempo è deceduto il nonno della proprietaria dell’animale.