ANCONA – Renata Rapposelli non è morta per un colpo sparato da arma da fuoco. È quanto trapela sull’autopsia eseguita ieri all’obitorio dell’ospedale di Macerata. Il cadavere della donna non presenta segni e fratture alle ossa compatibili con uno sparo. La procura attende pertanto i risultati tossicologici per avere un quadro più chiaro di come la donna sia morta e soprattutto se è stata uccisa. Gli avvocati della difesa, che ieri non hanno partecipato all’autopsia con il proprio perito di parte, l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, faranno richiesta della documentazione sull’esame autoptico effettuato.
Intanto i Ris questa mattina, attorno alle 10.40, sono andati a casa della pittrice, in via della Pescheria. Il pm Andrea Laurino e il comandante del Reparto operativo nucleo investigativo Americo Di Pirro, hanno preceduto l’arrivo dei carabinieri del reparto investigazioni scientifiche per un sopralluogo nella casa lasciata poi ai rilievi dei militari. Gli accertamenti sono proseguiti nel pomeriggio. Alle 15 una squadra dei Ris ha raggiunto Giulianova, lasciando ad Ancona altri carabinieri della scientifica a proseguire i rilievi in via della Pescheria, per prelevare altri reperti dall’auto di Simone e Giuseppe Santoleri, figlio ed ex marito della donna scomparsa il 9 ottobre.
Da ieri infatti la Fiat Seicento è di nuovo sotto sequestro. I carabinieri sono a caccia di altri elementi che potrebbero confermare o smentire la presenza dei Santoleri a Tolentino, vicino al fiume Chienti, dove è stato trovato il corpo della pittrice, venerdì scorso)