ANCONA – Il mondo del lavoro sta cambiando e si avvicina la scadenza per aziende e pubbliche amministrazioni che devono dotarsi di un Responsabile della Protezione dei dati (RDP) o “Data Protection Officer” entro il 25 maggio 2018. Questa nuova importante figura è stata introdotta dal Regolamento UE e l’Università Politecnica delle Marche, in collaborazione con la Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino e l’Associazione Europea Protezione Dati, ha istituito il primo corso di perfezionamento in Italia dal titolo “Privacy e potere di controllo nelle imprese e nei rapporti di lavoro” per la formazione di esperti in materia.
Questa mattina presso la Facoltà di Economia “G. Fuà” il rettore dell’Univpm Sauro Longhi ha tenuto la lezione inaugurale del corso e ha parlato di “Robot e Intelligenza Artificiale”. Gli iscritti al corso sono circa 50. Si tratta di esperti delle professioni come avvocati, consulenti del lavoro, tecnici della sicurezza informatica e del lavoro. Il corso avrà la durata di 3 mesi per un totale di 108 ore di didattica frontale e 2 ore per la verifica finale. Si articolerà in 9 moduli di 12 ore ciascuno e le lezioni si terranno alla Facoltà di Economia di Ancona. «Il lavoro sta cambiando – dichiara Longhi – e con la digitalizzazione la protezione dei dati personali è più difficile garantirla. È quindi necessario formare degli esperti in modo che possano rivestire questa nuova importante figura introdotta dal Regolamento UE, il Responsabile della Protezione dei dati». «Le Università sono portatrici di conoscenza e sviluppo nei territori – sottolinea Claudio Pettinari, Rettore eletto Unicam – ed è importante questa collaborazione concreta tra l’Ateneo di Ancona e quello di Camerino. Ci siamo resi conto che chi ha già un lavoro, non riesce a partecipare a corsi lunghissimi, quindi questo corso è funzionale a chi svolge una professione».
L’impresa tecnologica, quella dei robot e dell’intelligenza artificiale è sempre più collegata via internet e telematicamente, ed origina nuove questioni e problemi tecnici e giuridici. La Gig Economy e il rapporto con i lavoratori, la tutela del software e dei brevetti, la cyber security: come si conciliano questi aspetti con la protezione dei dati personali? «L’impresa è cambiata – dichiara Antonio Di Stasi, prof. di Diritto del Lavoro Univpm e Direttore del Corso di perfezionamento – le informazioni sono digitalizzate e viaggiano in pochi secondi oltreoceano. I dati personali, i software, i brevetti devono essere protetti, così il legislatore ha previsto una nuova importante figura. Come nelle aziende c’è già un Responsabile della sicurezza sul lavoro, dovrà esserci anche un Responsabile della Protezione dei dati». Tra RPD e consulenti, secondo le stime di Federprivacy, saranno richiesti dal mercato del lavoro fino a 45mila esperti in materia. Sempre secondo Federpivacy, il 72% di imprese e pubbliche amministrazioni non si sono ancora dotate di questa figura e dal 25 maggio 2018, potranno infatti arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale le multe per le violazioni del regolamento Ue 2016/679.