Ancona-Osimo

Elezioni amministrative, Giorgia Meloni conquista Ancona: «Daniele Silvetti la migliore persona per questa città»

Al comizio del centrodestra in una piazza Roma gremita e blindata il vicepremier Matteo Salvini promette entro giugno la gara d'appalto per il raddoppio della Orte-Falconara

Giorgia Meloni sul palco con Daniele Silvetti

ANCONA – Prova di forza del centrodestra, sul palco di una piazza Roma gremita e blindata con la premier Giorgia Meloni e i due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, ma anche con il senatore Antonio De Poli e il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli a sostegno del candidato sindaco Daniele Silvetti. La pioggia risparmia la piazza, in lontananza riecheggia qualche coro di dissenso, ma la piazza è tutta per il vertice di governo giunto apposta da Roma. Ad Ancona la coalizione di governo, che è anche quella che guida la Regione Marche e quella che sostiene il candidato Silvetti, fa squadra, compatta e schierata al completo, pronta a calare i suoi assi sul tavolo delle prossime elezioni comunali, quelle che chiameranno tra pochi giorni gli anconetani alle urne per decidere chi governerà la città dopo i dieci anni di giunta Mancinelli.

Comincia Pino Insegno, presentatore del pomeriggio elettorale, ma al resto ci pensano i protagonisti del centrodestra, parlando di governo centrale ma anche di marchigianità e di anconetanità, di made in Italy come di made in Marche, di mare, di porto, di lavoro e occupazione, di prodotti tipici e di enogastronomia, di lotta alla criminalità come di dati economici che danno ragione al Governo Meloni. E di raddoppio della Orte-Falconara, come promette sul palco anconetano Matteo Salvini: «Entro il mese di maggio ci sarà l’approvazione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici ed entro il mese di giugno partirà la gara per 621 milioni di euro per il raddoppio della Orte-Falconara», parola del vice premier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

È un bagno di folla, quello che abbraccia il palco e i suoi protagonisti, «Ancona sei pronta? – scandisce Daniele Silvetti acclamato dalla piazza –. Si può passare una vita a fare politica ma si sogna sempre una giornata come questa. La politica è la vera speranza per una comunità, la responsabilità del politico è quella di motivare, ma soprattutto di veicolare i messaggi giusti, anche in campagna elettorale. L’elettorato si sta avvicinando a noi con grande compattezza e maturità. Questa è una città che per tornare protagonista ha bisogno di trovare la sua coesione sociale. Ci sono temi troppo importanti per lasciarli al dileggio elettorale. Il mio pensiero va ai dipendenti di Conerobus, ai lavoratori di AnconAmbiente, ai lavoratori che stanno dentro al Palazzo del Popolo e che sono stati costantemente umiliati, al corpo di polizia locale sostanzialmente emarginato. Vogliamo rendere protagonisti tutti coloro che ho elencato, risolvere i loro problemi, fare in modo che ci sia un futuro per questa città. E quando parliamo delle nostre bellezze, delle grotte del Passetto e delle nostre vie parliamo di qualcosa di Ancona, che non può essere commisurato con nient’altro».

Applausi a ripetizione per Silvetti come per Acquaroli, per Pino Insegno che fa cantare alla piazza l’inno di Mameli «perché è l’inno di tutti gli italiani», per Tajani che porta i saluti di Silvio Berlusconi, per Salvini che con la sua sferzante ironia si fa messaggero della notizia che riguarda la Orte-Falconara, ma anche e soprattutto per Giorgia Meloni, introdotta proprio dallo stesso Salvini, la premier che dulcis in fundo sale sul palco mentre il pubblico scandisce il suo nome e arringa Ancona per mezz’ora, facendosi dare le pastiglie per la gola – «non ho più la voce di un tempo» – da una fan in prima fila. E’ lei, a sostegno di Daniele Silvetti e a fianco a lui, a ritagliarsi la parte dell’attrice protagonista nella serata anconetana: «Quest’incredibile avventura della mia vita è iniziata esattamente qui – spiega la presidente del Consiglio dei ministri –. Il 3 agosto scorso qui ho aperto la campagna elettorale per le elezioni che ci hanno portato al governo di questa nazione. Dopo sei mesi da quando abbiamo cominciato torno in questa piazza a sentire da voi come ritenete che questo Governo stia lavorando. Perché il vostro giudizio è l’unico che per me ha un valore, al netto di quello che dà la mia coscienza».

Quindi Giorgia Meloni ricorda la visione di sviluppo della Regione Marche e del governatore Acquaroli: «Le Marche sono l’unica regione in Europa ad avere a pochi chilometri di distanza porto, aeroporto e interporto. Eppure a nessuno era mai venuto in mente che si potessero collegare per trasformare una opportunità strategica in qualcosa che possa portare ricchezza a questa regione. Sono fiera perché soprattutto su questo abbiamo lavorato, sull’autostrada, sull’aeroporto, lavoriamo sulla ferrovia, bisogna lavorare sul porto, perché il mare è una delle più grandi infrastrutture di cui l’Italia dispone che si può trasformare in ricchezza e posti di lavoro. Sono fiera del lavoro che stiamo facendo, sbloccando risorse e sono fiera che in una legge di bilancio in cui non avevamo moltissime risorse da spendere, abbiamo risposto a questo territorio per la messa in sicurezza e la ricostruzione dopo l’alluvione con 400 milioni di euro in tre anni. Nel 2022 le Marche hanno toccato il record massimo storico in fatto di turismo e questo lo dobbiamo anche a Daniele Silvetti e al lavoro fatto sulla Riviera del Conero».

E ancora sul lavoro del Governo: «I dati macroeconomici dicono che oggi l’Italia è stimata per essere la nazione che cresce di più in Europa. I dati dicono che abbiamo oggi il record di occupazione mai raggiunto in Italia, il record di contratti stabili, altro che precarietà del mercato del lavoro». Poi Giorgia Meloni parla di famiglia, di imprese, di fiscalità, di accise sui carburanti ripristinate per favorire le categorie più deboli e i salari più bassi, della convocazione delle opposizioni per parlare di riforma costituzionale «la farò comunque, anche senza il loro consenso», di superbonus «che ci è costato qualche decina di miliardi di euro di buco nel bilancio dello Stato, per ristrutturare meno del 4% del patrimonio immobiliare dello Stato, perlopiù seconde case, compresi sei castelli, ristrutturati anche con i soldi di chi una casa non ce l’aveva». E conclude, naturalmente, su Daniele Silvetti: «Abbiamo candidato la persona migliore che potevamo candidare a sindaco di Ancona. Conosco Daniele da qualche decennio, una persona capace, concreta, competente, con le idee chiare, che ha una visione da realizzare per questa città. Quando governi troppo a lungo accade che a un certo punto smetti di governare e ti limiti a gestire il potere: è quello che è accaduto a questa città. Forse anche per loro, che hanno perso il senso della sfida, vale la pena di dare il voto a Daniele Silvetti e ricominciare daccapo in questa città».