ANCONA – Come è cambiata l’informazione giornalistica con la digitalizzazione di strumenti e servizi? Quanto ha inciso sulla preparazione e sulla professionalità degli operatori di settore? E soprattutto che futuro ci aspetta? Di questo – ma non solo – si è parlato ad Ancona, giovedì 27 settembre, con Antonio Di Bella e Filippo Nanni, rispettivamente direttore e vicedirettore di Rai News 24, per un appuntamento nell’ambito del 7° Festival del giornalismo d’inchiesta in corso fino al 29 settembre ad Ancona, Osimo, Filottrano, Castelfidardo e San Marcello.
Promosso dal Circolo Culturale Ju-Ter Club e dal Circolo +76 di Osimo, con il patrocinio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dell’Ordine delle Marche, l’appuntamento al centro direzionale della Confartigianato di Ancona ha visto la testimonianza diretta di chi ha, con vari ruoli e per varie testate, lavorato per anni nel giornalismo, ne ha vissuto l’evoluzione e ha raccontato pezzi di storia, tra cui gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 al Bataclan.
La serata è partita ripercorrendo alcune tappe del giornalismo radiofonico e televisivo fin dagli anni ‘70, focalizzandosi su quelle evoluzioni tecnologiche che hanno cambiato il mondo del giornalismo. In un susseguirsi di ricordi anche emozionanti Di Bella (ospite fisso al CaterRaduno di Senigallia) e Nanni hanno spiegato ai numerosi presenti – tra cui moltissimi giornalisti marchigiani – come è cambiata l’informazione e il modo di fare giornalismo al tempo della rivoluzione digitale e dei canali ‘all news’ in onda 24 ore su 24.
Un’analisi del settore professionale, delle sue trasformazioni, delle sue figure ma soprattutto del suo futuro. Tra dispositivi sempre più tecnologici, professionisti sempre più specializzati, tra aggiornamenti continui di informazioni, fonti di notizie sempre meno controllate e alti rischi di bufale e fake news, il dovere del giornalista rimane il rispetto della verità sostanziale dei fatti ma soprattutto il discernimento di quali siano le vere notizie e quali quelle false: la responsabilità per chi opera con professionalità nel settore dell’informazione è divenire una garanzia per l’utente e non pubblicare di tutto per fare visualizzazioni o sensazionalismo. Spirito che va in controtendenza con spesso le linee editoriali di chi opera con sempre più superficialità e che fa solo i conti con un mondo, l’editoria, in crisi da anni.
Per terminare con una nota allegra, c’è stato spazio per tre canzoni che proprio il direttore di Rai News 24 Antonio Di Bella ha composto in omaggio a tre figure del giornalismo che hanno rappresentato e rappresentano il fulcro di quel settore: il corrispondente, la conduttrice e il caporedattore. Musica e battute ironiche prima del premio alla carriera per un uomo che nel suo percorso professionale è stato anche corrispondente Rai da New York e Parigi, direttore di Rai 3 e del Tg3.