Corruzione: un concetto purtroppo familiarissimo a tutti oggigiorno, che fa riferimento ad un fenomeno dalle molteplici ripercussioni sociali e giuridiche, innescato dalla condotta indecorosa di un soggetto che agisce contro i propri doveri e contro il bene collettivo in cambio di vantaggi economici o di altra natura.
E come ogni anno, oggi, 9 dicembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale contro la Corruzione. Una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per ricordarci quanto questo fenomeno influisca negativamente sulle nostre vite, pensata per riflettere sia sulle sue conseguenze che sui possibili modi per combatterlo.
E non bisogna pensare che debbano essere solo le leggi e le forze dell’ordine a farsi carico della responsabilità di arginare suddetto dilagante fenomeno, ma un grande lavoro può esser fatto dal singolo, dal cittadino stesso, chiamato semplicemente a portare alla luce eventuali casi di corruzione di cui è a conoscenza per la salute della società in cui vive.
«Negli ultimi anni il nostro Paese si è dotato di alcune leggi importanti per la lotta alla corruzione: dalle nuove regole per la trasparenza della Pubblica Amministrazione all’antiriciclaggio, fino alla recentissima legge a tutela di coloro che segnalano illeciti o irregolarità sul posto di lavoro, i whistleblower. – Commenta così Virginio Carnevali, Presidente della Transparency International Italia, associazione che ha per scopo la prevenzione e il contrasto alle diverse forme di corruzione. – È proprio al coraggio di queste persone e al loro senso civico che vogliamo dedicare la Giornata Mondiale contro la Corruzione, perché è giusto sottolineare che senza il loro contributo molti casi di corruzione non sarebbero mai venuti alla luce».
Parliamo di un fenomeno assai diffuso e devastante per l’economia, anche nel nostro Paese: ogni giorno i media riportano infatti casi di corruzione in ogni parte d’Italia, che riguardino il piccolo comune di provincia come l’azienda sanitaria locale, fino ad arrivare ai casi più importanti nei grandi enti pubblici o nelle istituzioni centrali.
Per questo è necessario uno sforzo congiunto di tutti i membri, più o meno protagonisti che siano, della nostra società, perché la necessità di fermare l’effetto domino innescato dai corrotti è primaria. Tanto è già stato fatto, ma altrettanto è ancora da fare: solo nel 2017, anno molto proficuo dal punto di vista legislativo, sono state approvate ben 6 leggi contro la corruzione o reati connessi, 14 in totale da quando è stata approvata la legge anticorruzione nel 2012.
Nello specifico, ad esempio, il Whistleblowing, una legge approvata il 15 novembre 2017, è stata un primo passo importante nella lotta alla corruzione, a tutela di chi segnala reati o irregolarità sul posto di lavoro. Transparency International Italia ha cominciato ad occuparsi di whistleblowing nel 2009, quando ancora il termine era pressoché sconosciuto e utilizzato solamente in ambito accademico con riferimento ad alcune buone pratiche presenti negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone.
Il whistleblower, letteralmente “soffiatore di fischietto”, è il lavoratore che, come una sorta di arbitro di fronte ad un fallo, durante l’attività lavorativa all’interno di un’azienda o di un ente pubblico, nel rilevare una possibile frode, un pericolo o un altro serio rischio che possa danneggiare clienti, colleghi, azionisti, il pubblico o la stessa reputazione dell’ente, decide di segnalarla, di “fischiare il fallo”. Pur rischiando personalmente atti di ritorsione a causa della segnalazione, egli svolge un ruolo di interesse pubblico, dando conoscenza, se possibile tempestiva, di problemi o pericoli all’ente di appartenenza o alla comunità.
Il whistleblowing è quindi un vero e proprio strumento legale, precedentemente collaudato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, per informare tempestivamente eventuali tipologie di rischio: pericoli sul luogo di lavoro, frodi all’interno, ai danni o ad opera dell’organizzazione, danni ambientali, false comunicazioni sociali, negligenze mediche, illecite operazioni finanziarie, minacce alla salute, casi di corruzione o concussione e molti altri ancora.
«Un’arma in più per sconfiggere la piaga della corruzione. – così il Presidente Carnevali a commento della notizia dell’allora novità legislativa – Adesso però abbiamo bisogno che i cittadini facciano la loro parte. Grazie alle maggiori tutele per i dipendenti e le sanzioni per chi non favorisce questo sistema, i cittadini potranno segnalare fatti di corruzione avendo meno paura delle conseguenze.».