Ancona-Osimo

Smart-Plant: verso un modello di economia circolare dell’acqua

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. Per l'occasione, ecco il progetto europeo per il recupero di risorse dalla gestione delle acque reflue coordinato dall’Università Politecnica delle Marche

Piattaforma pilota di UNIVPM presso il depuratore di Falconara Marittima

ANCONA- L’acqua, una risorsa fondamentale senza la quale non sarebbe possibile la vita. Come ogni anno, il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per ricordare l’importanza di questo bene primario, la necessità di preservarlo e di renderlo accessibile a tutti. E proprio in occasione di questa ricorrenza vogliamo parlarvi di “SMART-Plant”, un progetto europeo per il recupero di risorse dalla gestione delle acque reflue coordinato dall’Università Politecnica delle Marche. Finanziato con 10 milioni di euro da Horizon 2020, il programma dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione relativo al periodo 2014-2020, vede coinvolti ben 27 partner: 20 aziende e 7 istituti di ricerca.

Ogni giorno gli impianti municipali di trattamento delle acque reflue consumano grandi quantità di energia per restituire all’ambiente l’acqua depurata. SMART-Plant mira ad integrare nuove tecnologie nei depuratori esistenti per ridurre l’impronta di carbonio e i consumi energetici. Vengono recuperate risorse come bioplastiche, cellulosa, fertilizzanti e acqua, dalla cui successiva lavorazione si possono produrre beni di consumo. A spiegarci il progetto è il coordinatore, l’ingegner Francesco Fatone, professore ordinario di Ingegneria Chimica Ambientale all’Univpm.

Prof. Ing. Francesco Fatone

Professor Fatone qual è l’obiettivo di “SMART-Plant”? Di che cosa si tratta?

«Creiamo un’economia circolare dell’acqua. L’obiettivo è trasformare gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane esistenti in bioraffinerie, recuperando cellulosa, fosforo, biopolimeri o bioplastiche per ricavare nuovi materiali e abbattendo le emissioni di gas serra. Ad esempio, recuperiamo la carta igienica per realizzare materiali biocompositi da utilizzare nelle costruzioni. Recuperiamo anche i fertilizzanti, soprattutto l’azoto e il fosforo che sono materie prime critiche per il suolo».

Panca realizzata in materiale recuperato dai depuratori

“Smart-Plant” è un progetto molto innovativo. Quali risultati avete ottenuto? «Questo progetto porta innovazione sul mercato e crea un impatto economico positivo. Abbiamo dimostrato che dagli scarichi urbani si può recuperare per persona un kg di biopolimeri all’anno (i biopolimeri hanno un valore sul mercato dai 3 ai 5 euro al kg, nda) e centinaia di grammi di fosforo che attualmente invece viene sprecato. Dalle materie che abbiamo recuperato dalle acque reflue abbiamo prodotto panchine per giardini composte per il 40% da carta igienica, da rifiuti della plastica e legno. Tutti questi risultati sono stati validati in impianti dimostrativi che abbiamo in Italia e all’estero».

La valenza di questo progetto è stata ampiamente riconosciuta. Quando è prevista la sua conclusione?

«SMART-Plant ha vinto come miglior progetto europeo sull’acqua nel 2018, è molto noto sul piano internazionale. Si concluderà a maggio 2020 e oltre a questo abbiamo altri sei progetti finanziati che si concluderanno nel 2025».

L’Univpm è impegnata anche con un progetto a Falconara Marittima… «La piattaforma pilota è situata presso il depuratore di Falconara Marittima. È gestita e coordinata dal gruppo di Ingegneria Chimica-Ambientale e Sanitaria del Dipartimento SIMAU dell’Univpm ed è ospitata da Viva Servizi. Lì andiamo a validare i processi di recupero delle risorse dalle acque reflue. Attiva da circa 6 anni, ultimamente la piattaforma è stata fortemente potenziata grazie ai finanziamenti per progetti europei che ci hanno permesso di internazionalizzarla. Vogliamo legare la città a percorsi di reale economia circolare: prendere gli scarti per riutilizzarli nella città stessa, nelle industrie di costruzioni e altro».

Il Prof. Fatone all’“EU Water Innovation Conference”

Quanto conta la tecnologia in questo campo? «Moltissimo, i nostri nuovi progetti mettono insieme digitalizzazione e economia circolare. Abbiamo sensori, piattaforme, cloud dove possiamo misurare quanto impattiamo sull’ambiente. L’acqua è un bene comune anche quando diventa uno scarico, per questo è importante coinvolgere il cittadino nella gestione del proprio bene».