ANCONA – L’acacia ha ritardato un po’ ma quest’anno ci sarà, dicono da Coldiretti Marche. E già questa è una buona notizia per gli apicoltori marchigiani, protagonisti di un settore che, in occasione della Giornata mondiale delle Api che si celebra il 20 maggio, si presenta con numeri in crescita visto che negli ultimi cinque anni è aumentato il numero di attività: circa 3.200 (+159%) a gestire quasi 77mila alveari (l’11,5% in biologico).
Lo rivela Coldiretti Marche pronta a partecipare con i suoi apicoltori, a Roma, alla grande sfilata dei “Mieli d’Italia” organizzata da Campagna Amica. In prima linea, con tute, guanti e attrezzi di lavoro per difendere questo insetto che svolge un ruolo insostituibile per l’ambiente e per l’uomo.
La stagione 2022 nelle Marche è iniziata un po’ in ritardo: siccità, temperature superiori alla media di giorno e basse temperature notturne hanno influito sulle piante ma almeno non si è assistito alle gelate che lo scorso anno azzerarono le produzioni di acacia e di millefiori primaverile, mettendo alle corde anche castagno e millefiori estivo.
Le Marche sono la quinta regione d’Italia per densità di attività rispetto alla superficie regionale dietro Trentino Alto Adige, Liguria, Veneto e Umbria. Tra le province è quella di Ancona a ospitare il maggior numero di attività con 1023 produttori. Seguono Pesaro Urbino (858), Macerata (701), Ascoli (466) e Fermo (322). L’apicoltura è la grande protagonista della biodiversità. Le api, infatti, con il loro lavoro quotidiano, sono fondamentali per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi e per questo vanno difese.