Ancona-Osimo

Giornata mondiale della psoriasi: consulenze e visite gratuite a Torrette di Ancona

L'open day è presso gli ambulatori della Clinica dermatologica degli Ospedali Riuniti. Sono oltre 12.000 i marchigiani affetti da psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo

L'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona

ANCONA – Sono oltre 12.000 i marchigiani affetti dalla psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia.

La Giornata Mondiale della Psoriasi, che si celebra oggi 29 ottobre 2019, si propone di educare e informare sia i malati sia il pubblico con lo scopo di far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, evitando falsi pregiudizi e discriminazioni sociali. La psoriasi non è un problema legato alla bellezza ma una patologia debilitante, sia fisicamente che psicologicamente che merita più attenzione.

In questa giornata è possibile usufruire di consulenze e visite gratuite presso l’U.O. Clinica Dermatologica Azienda Ospedaliero Universitaria – Ospedali Riuniti, Torrette di Ancona (via Conca 71). L’open day è presso gli ambulatori siti a piano 0, dalle ore 10 alle ore 13.

Gli specialisti saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà saperne di più sulla malattia, che non è una sola. La più diffusa è quella “a placche” (80-90% dei casi), ma esistono anche altre forme più rare, poco conosciute e per questo sottostimate. Una di queste è la “psoriasi invertita”, caratterizzata da chiazze rosse non desquamate alle ascelle, genitali e addome di chi è in sovrappeso, fino al solco sottomammario. La forma più frequente tra gli adolescenti invece è la “psoriasi guttata”, caratterizzata da piccole chiazze desquamate su tronco, braccia, gambe e cuoio capelluto. Esistono poi la “psoriasi pustolosa” e quella “eritrodermica”: la prima è caratterizzata da pustole anche molto localizzate, mentre nella seconda la pelle appare infiammata e arrossata, provoca prurito o bruciore ed è tra le forme più gravi. Su queste l’attenzione è ancora scarsa.

La maggior parte dei malati in cerca di risposte raramente si rivolge ai centri di riferimento dove, oltre a ricevere diagnosi tempestive, potrebbero essere presi in carico e seguiti a 360 gradi con terapie personalizzate, anche in considerazione delle frequenti comorbidità, come artrite, depressione, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che fanno della psoriasi una malattia sistemica e grave. Per non parlare del supporto psicologico, fondamentale nel caso dei pazienti psoriasici, perché non si scoraggino e non abbandonino le cure.

«Il malato di psoriasi spesso si fa prendere dallo sconforto diventando più vulnerabile emotivamente e più soggetto ad ansia, depressione e stress perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita. Per cui, come dimostrano anche i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando come noto la patologia e precludendosi la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie», dice la Prof.ssa Annamaria Offidani, direttore della Clinica Dermatologica – Azienda Ospedaliero Universitaria – Ospedali Riuniti, Torrette di Ancona: «Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far sì che questi non si arrenda, offrendogli delle strategie idonee che portino a rafforzare la sua autostima e non abbandonare le terapie. Il nostro messaggio rivolto ai pazienti: aiutateci a curarvi al meglio. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che inducono, in una significativa quota di pazienti, una totale regressione della malattia e il miglioramento della qualità di vita nelle forme gravi di psoriasi. In tal modo i pazienti riprendono le redini della loro vita senza dover rinunciare ad una normale vita sociale e sportiva. Ma soprattutto, nel momento della diagnosi non fatevi prendere dal panico: fatevi visitare perché quando si “intercetta” la malattia allo stadio iniziale è più facile tenerla sotto controllo impedendole di evolversi e di coinvolgere gli altri organi. Se vi affidate agli specialisti e seguite tutte le loro indicazioni, potrete essere realmente parte attiva nella vostra terapia e fare la differenza».

© riproduzione riservata