ANCONA – Torna il weekend dedicato al patrimonio culturale italiano, da scoprire e proteggere insieme al Fai. Sabato 23 e domenica 24 marzo, il Fondo Ambiente Italiano invita tutti a partecipare alle Giornate FAI di Primavera per scoprire luoghi spesso inaccessibili ed eccezionalmente visitabili. Questi i numeri della 27^ edizione: nelle Marche 81 beni aperti, 3.300 Apprendisti Ciceroni, 650 volontari, 5 delegazioni, 6 gruppi FAI. In questo weekend sarà possibile anche sostenere la Fondazione con un contributo facoltativo o con l’iscrizione.
Saranno tantissimi i beni aperti e «i cittadini rispondono con numeri molto alti. Sono stati oltre 52mila i visitatori nei due giorni della scorsa edizione», spiega Alessandra Stipa, presidente FAI Marche. Tantissimi anche i temi. A partire dalla «ricchezza culturale della nostra terra nel Settecento, espressa nei fasti pittorici dei palazzi ascolani. La nostra storia nasce dalle acque, come attestano le aperture fermane dei pozzi delle residenze nobiliari, le concerie medievali di Fabriano e l’acquedotto romano di Pesaro con la sua valle dei condotti; la multiculturalità a Petritoli, nella Sinagoga di Ancona e nella Chiesa di San Giovanni Battista a Pesaro. Oppure la bellezza e l’ascesi come a Santa Maria infra Saxa e nel tempio del Valadier. A Macerata la Biblioteca storica Mozzi Borgetti esporrà testi del XVI secolo e torneranno dopo alcuni anni di silenzio le aperture a Recanati. Dalla quadreria Cesarini alla Corte Alta di Fossombrone, fino ai borghi di Apecchio Petritoli e Montedinove. E non poteva mancare l’attenzione del FAI per le nostre terre martoriate: Visso e il suo territorio. Tanti produttori di prelibatezze saranno con noi per offrire un assaggio dei gusti marchigiani. I commercianti del centro storico di Ascoli Piceno hanno scelto di restare aperti domenica 24 marzo».
«I contributi versati dai visitatori – continua Stipa – verranno impiegati per restituire agli italiani e al mondo l’Orto delle Monache, quel minuscolo spazio dal quale Leopardi immaginava l’Infinito. I luoghi aperti nelle Marche riflettono il ricchissimo e variegato patrimonio storico-culturale italiano e la capacità altrettanto poliedrica degli italiani di esprimere tale eterogeneità. Ci sarà anche la mostra ad Ascoli del Maestro Tullio Pericoli, che graziosamente ha voluto donare agli iscritti FAI la prima giornata di apertura. Noi gliene siamo davvero grati: sarà un evento culturale di rilevanza nazionale per una città ferita. Infine, il gruppo Giovani del FAI ascolano ha voluto aprire lo stadio Cino e Lillo Del Duca».
Ad Ancona saranno aperti la Sinagoga in via Astagno, il mercato delle Erbe, la chiesa San Gregorio Illuminatore e il Forte Altavilla. A Sirolo il Castello di Sirolo (per la prima volta sarà visitabile il piano terra del Torrione medioevale), ad Osimo Palazzo Campana.
A Senigallia: palazzo comunale – visita Virtuale Cava di San Gaudenzio e Sacrario Ai Caduti. Ad Arcevia saranno visitabili la chiesa di San Lorenzo, la chiesa di San Ansovino e il Castello di Avacelli, mentre a Corinaldo l’appuntamento è con “Dall’Archeonevola 2018 a Santa Maria In Portuno”. A Ostra: piazza dei Martiri e Viaggio Virtuale negli Antichi Edifici. Ostra Vetere: chiesa di Santa Lucia.
A Jesi: ex Conservatorio Povere Fanciulle della Divina Provvidenza e visite dall’antico Foro Boario al Rione San Savino. A Fabriano: Concerie Medievali – Bosco Igrofilo Ripariale Fiume Giano e chiesa Madonna delle Grazie. A Genga: Eremo di Santa Maria Infra Saxa e Tempio del Valadier. A Sassoferrato: Cantarino e Castello Rotondo.
Nelle altre province segnaliamo:
• Chiesa monumentale San Giovanni Battista a Pesaro (delegazione di Pesaro Urbino): la costruzione della chiesa iniziò nel 1543, grazie al patrocinio di Guidobaldo II che incaricò Girolamo Genga di erigere un tempio monumentale. Genga presiedette alla direzione dei lavori fino alla morte (1551), data in cui subentrò il figlio Bartolomeo. Nella chiesa c’è un monumento funebre dedicato a Giulio Perticari di Luigi Mainoni. Tra il 1861 e la prima guerra mondiale la chiesa e il convento vennero destinati a uso militare. I religiosi riuscirono a ottenere la riapertura al culto nel 1926 e la restituzione del chiostro nel 1975.
• Stabilimento idropinico palmense a Fermo (Delegazione di Fermo): a pochi chilometri dall’abitato di Torre di Palme sorge lo Stabilimento idropinico che sfrutta le “Acque Palmensi del Piceno”, imbottigliate presso la piccola stazione termale. L’edificio venne realizzato nel 1950 a corredo dell’impianto di convogliamento delle acque ed è immerso in un parco di pini e palme secolari. Assunte per la cura delle malattie del ricambio e dell’apparato digerente, le proprietà curative delle acque palmensi erano conosciute già in epoca romana come dimostrano i resti di una fontana e di due cunicoli utilizzati per il trasporto delle acque. L’efficacia curativa delle acque è stata confermata nel 1952, dall’Università di Roma, e nel 1957 dalla Università di Pavia. Le acque, la cui composizione è mediominerale bicarbonato calcica, sgorgano a 16°C.
• Anteprima Mostra Tullio Pericoli “Forme del Paesaggio” ad Ascoli Piceno (Delegazione di Ascoli Piceno): la mostra propone un percorso antologico intorno al tema del paesaggio con una scelta di opere commisurata alle caratteristiche ambientali del prestigioso luogo espositivo in Palazzo dei Capitani. Le “forme del paesaggio” sono proposte come un viaggio a ritroso, che dal presente risale verso le radici della pittura di Tullio Pericoli, tramite un susseguirsi di momenti analitici ed emozionali che esplorano il volto mutevole della natura nei suoi lineamenti familiari. La mostra verrà presentata in anteprima ai soli iscritti FAI.
• Biblioteca comunale Mozzi Borgetti a Macerata (Delegazione di Macerata): nel 1773, in seguito alla soppressione dell’Ordine dei Gesuiti che avevano stabilito nel palazzo il loro collegio, papa Clemente XIV concesse al Comune di formare una pubblica biblioteca all’interno dell’edificio. Soprattutto grazie a Bartolomeo Mozzi, la biblioteca fu aperta ai cittadini nel 1787 con il nome di Biblioteca Mozziana. Nel 1833 il domenicano Tommaso Borgetti decise di fondare una seconda biblioteca, composta soprattutto dei volumi che egli stesso donò: la Biblioteca Borgettiana. Le due biblioteche vennero fuse nel 1855 dando vita alla Biblioteca Mozzi Borgetti che oggi, con un patrimonio di circa 400.000 volumi, oltre 10.000 manoscritti e circa 300 esemplari di incunaboli, è una delle più grandi delle Marche.
Elenco di tutti i beni aperti nelle Marche e orari: ELENCO BENI MARCHE
Breve descrizione dei beni aperti nelle Marche: DESCRIZIONI BREVI APERTURE MARCHE 2019