Ancona-Osimo

Giustizia, avvocati penalisti pronti a iniziative forti

La decisione della Procura della Repubblica di Ancona di limitare l’apertura dello sportello dibattimentale ad appena 2 ore a settimana ha suscitato la rivolta indignata dell’Ordine. Il presidente Miranda: “Decisi a far sentire le nostre ragioni”

ANCONA – La decisione della Procura della Repubblica di Ancona di limitare l’apertura dello sportello dibattimentale ad appena 2 ore a settimana ha suscitato la rivolta indignata degli avvocati che hanno convocato d’urgenza una seduta allargata della commissione del Consiglio dell’Ordine – Osservatorio Giustizia Penale e della Camera Penale di Ancona invitando alla presenza tutti i colleghi.

La riduzione degli orari di sportello deciso dalla Procura della Repubblica ha posto in evidenza il tema della gravissima carenza di organico. «A fronte delle 54 unità di personale previste dalla pianta organica, oggi vi sono 19 posti non coperti – ha detto Maurizio Miranda, Presidente dell’Ordine degli Avvocati – e questo non è più tollerabile perché crea disagio e ritardi nell’amministrazione della giustizia».

Il tema era stato posto anche all’attenzione dell’Avv. Lucia Annibali, deputata e membro della Commissione Giustizia della Camera che nei giorni scorsi aveva incontrato gli avvocati penalisti ad Ancona per fermare la riforma della giustizia varata dal precedente governo e che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 1 gennaio.

Marina Magistrelli e Maurizio Miranda
Marina Magistrelli e Maurizio Miranda

«Se nel merito la misura rischia di ledere il diritto alla difesa, nel metodo gli avvocati non hanno gradito di essere informati del provvedimento preso senza essere preliminarmente consultati» come ha sottolineato Marina Magistrelli che coordina l’Osservatorio Giustizia penale in seno al Consiglio dell’Ordine. Per Ferdinando Piazzolla, Presidente della Camera Penale «è fondamentale ristabilire la dignità e la centralità della figura dell’avvocato – ha precisato – che viene ormai costantemente mortificata ed è per questo che dobbiamo essere proprio noi avvocati che, nel chiedere rispetto, dobbiamo prevedere azioni che ci consentano di ottenerlo».

Nel corso della riunione sono emerse varie ipotesi che riguardano sia iniziative eclatanti che sensibilizzino l’opinione pubblica sulle criticità di un tema, la giustizia, che riguarda la vita democratica, ma al contempo agire verso le più alte istituzioni, Governo e Parlamento. «Siamo pronti a fare quanto necessario – ha concluso Miranda – e intendiamo andare in fondo alla questione forti di una rinnovata compattezza dell’intero comparto degli Avvocati e della convinzione di difendere ragioni sacrosante che non possono non essere ascoltate e soddisfatte in un paese civile».