ANCONA – Oltre un milione di euro di beni confiscati e riduzione del 67% delle spese di giustizia. Presentato presso la Facoltà di Economia “G. Fuà” il nuovo bilancio sociale della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Ancona. La seconda edizione, relativa al 2018, è stata progettata, coordinata e redatta dal Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche.
«Il bilancio sociale vuole far apprezzare i valori, i principi, le peculiarità e le missioni che guidano l’operato quotidiano della Procura Generale della Repubblica di Ancona. È uno strumento con cui vogliamo “rendere conto”, in modo organico e trasparente, di quanto abbiamo realizzato – spiega il Procuratore Generale Sergio Sottani -. Non solo. Per noi è anche uno strumento di gestione. In virtù della centralità degli stakeholder, e con l’intento di evidenziarne la rilevanza, quest’anno è stata inserita una nuova sezione, ad essi dedicata, all’interno della quale oltre a descrivere i principali portatori di interesse, vengono messe in luce tutte le azioni che la Procura Generale della Repubblica di Ancona pone in essere per avvicinarsi ad essi».
«Ormai da tre anni, l’Università Politecnica delle Marche ha avviato e consolidato un processo di rendicontazione sociale che ha portato alla redazione del Bilancio Sociale del nostro ateneo – commenta il rettore dell’Univpm, Sauro Longhi -. Esperienza, questa, che ci ha reso consapevoli delle potenzialità di questo documento per avvicinare le Persone e, più in generale, tutti i portatori di interesse, alla nostra Istituzione, facendo conoscere chi siamo e l’attività che svolgiamo e instaurando un dialogo che ci aiuta a sviluppare le nostre attività di didattica, ricerca e diffusione della conoscenza in modo sempre più sinergico col Territorio. È sulla scia dei valori di collaborazione e di promozione della trasparenza e della conoscenza che è nata la collaborazione con la Procura Generale della Repubblica di Ancona per la redazione di questo secondo Bilancio Sociale».
Il Procuratore Generale Sottani si dice soddisfatto dei risultati ottenuti. «I risultati sono migliori dello scorso anno. Cinque punti mi hanno particolarmente colpito: la creazione della Segreteria di Dirigenza Giudiziaria; l’informatizzazione, che permette procedure più snelle e un minor consumo di carta; la confisca di oltre un milione di euro; la diffusione e condivisone delle conoscenze sia all’interno degli uffici che all’esterno attraverso il sito; attenzione all’ambiente al fine di evitare sprechi».
Come spiegato da Maria Serena Chiucchi, direttore del Dipartimento di Management che ha curato la progettazione insieme ad altri collaboratori e al gruppo di lavoro della Procura Generale, il documento si articola in cinque sezioni.
«La prima, “L’identità della Procura Generale della Repubblica di Ancona”, è dedicata alla presentazione dei tratti distintivi dell’Ente mettendo in luce lo scenario e il contesto di riferimento, la missione istituzionale e l’assetto organizzativo. La seconda sezione, “L’attenzione verso gli stakeholder”, descrive i principali portatori di interesse della Procura Generale e le azioni che la stessa attua, o ha in programma di attuare, per alimentare e rafforzare il rapporto con essi. La sezione successiva, “Il rendiconto economico”, fornisce una spiegazione delle modalità di reperimento delle risorse e pone un focus sulle spese che la Procura Generale sostiene ai fini dello svolgimento delle attività. La quarta sezione, “La relazione sociale”, racconta le principali attività della Procura Generale in termini quali-quantitativi, distinguendole opportunamente in base al settore di afferenza: penale, civile e amministrativo. Infine, l’ultima sezione, “Il percorso di miglioramento”, custodisce le intenzioni della Procura Generale volte sia ad un miglioramento del processo di rendicontazione sociale, sia ad una crescita vera e propria dell’organizzazione tutta».
Entrando nel dettaglio del rendiconto economico, tra le voci più interessanti è possibile notare che nel triennio 2016-2018 si è verificata una riduzione delle spese di giustizia della Procura Generale della Repubblica di Ancona del 67% (spesa per ausiliari magistrato e spesa per intercettazioni), passate da 12.110 euro a 3.995 euro. Le spese di struttura e di funzionamento sono invece aumentate del 52% (nel 2016 erano 167.641 euro, nel 2018 257.55 euro). A crescere sono stati i capitoli relativi a “locazioni o altri oneri”, la vigilanza (il Procuratore ha voluto implementare il servizio) e la manutenzione degli immobili e degli impianti. Complessivamente diminuisce la spesa per il personale (amministrativo e di magistratura) che scende da 1.206.845 a 1.101.035 euro.
Per quanto riguarda le entrate, nel 2018 la Procura Generale di Ancona ha confiscato beni per 1.163.771 euro, importo in forte crescita rispetto al 2017 che invece era stato di 138mila euro. Ciò è stato possibile grazie alla fruttuosa collaborazione con la Guardia di Finanza. Mentre, a seguito della collaborazione con la Questura di Ancona, la Procura Generale di Ancona ha portato ad esecuzione cinque ordini di demolizione di opere edilizie abusive.
Per quanto riguarda l’attività svolta in materia penale, nel triennio 2016-2019 tra gli atti pervenuti prevalgono le esecuzioni penali in corso (59%) e le impugnazioni (24%). Nel triennio è aumentato il “volume di attività”. La somma tra gli atti pendenti a inizio anno e gli atti pervenuti nell’anno registra un aumento del 22%: si passa infatti da 1.461 atti nel 2016 a 1.783 nel 2018. In materia civile, seppure in presenza di una consistente mole di lavoro, in tutto il triennio il numero dei pendenti al termine del 2018 è prossimo allo 0.
Insomma, nel 2018 la Procura Generale della Repubblica di Ancona ha rafforzato il percorso volto a migliorare la performance sociale e ha posto in essere azioni volte ad intensificare il percorso con i diversi portatori di interesse. Per il 2019 gli obiettivi sono ancora più ambiziosi, tra questi una maggiore informatizzazione con il Sistema Informativo della Cognizione Penale (SICP) e la riduzione del 10% delle esecuzioni pendenti.