ANCONA – Incassato il via libera dei governatori italiani per i luoghi a rischio assembramento, il green pass potrebbe essere già approvato nella giornata del 22 luglio dal governo nel nuovo decreto. Se è già stata raggiunta la quadra sull’obbligo di presentare la carta verde per assistere a spettacoli, per i viaggi e per lo sport, si tratta ancora, invece, per una eventuale applicazione per i ristoranti al chiuso.
Per ora la linea che emerge sembra essere quella di consentire l’accesso a queste attività anche a chi ha avuto una sola dose di vaccino, oltre che a chi ha un esito negativo di un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti e a chi è guarito dall’infezione. Insomma un avvio per certi versi “soft” che però non trova il consenso da parte di tutti gli operatori commerciali che temono una riduzione della clientela.
Sottolinea l’aspetto «restrittivo della misura» Sara Ambrosio del bar ristorante Amarcord, ubicato al centro di Ancona. «Chi non ha il green pass purtroppo non potrà più venire nel nostro locale, questo porterà ad una sorta di selezione della clientela». Secondo la commerciante si tratta di un provvedimento che penalizzerà le attività che operano nell’ambito della ristorazione: «Sicuramente porterà ad una riduzione del movimento e del giro delle persone che usufruiscono dei nostri servizi, perché ci sarà chi continuerà ancora a non volersi vaccinare». Una riduzione della clientela che l’operatrice stima possa attestarsi attorno al 50%.
«Penalizzerà l’accesso alle nostre attività» dichiara Simone Boari, di Rosa Cremeria Food, al centro di Ancona. Il commerciante, dopo mesi di lockdown e ridotta operatività, sottolinea la necessità di a lavorare a pieno regime, senza trascurare l’aspetto della sicurezza. «Personalmente sono favorevole all’immunizzazione contro il virus, mi sono vaccinato – spiega- , ma occorre che tutta la popolazione sia immunizzata, perché è l’unica strada in questo momento per poter andare avanti senza ulteriori stop».
«Il green pass può andare bene – afferma – , ma se non si consente di viaggiare e di entrare in nessun tipo di attività per chi non fa il vaccino». Insomma, una misura da estendere a tutte le attività e non solo alla ristorazione e ai viaggi. «Inizialmente ci penalizza – prosegue – , ma a lungo termine garantisce anche un copertura per tutti».
Boari spiega che in questo periodo «c’è un graduale ritorno alla media di lavoro che c’era nel 2019» e rispetto al pre-covid «siamo saliti al -10% dell’attività, ma con le notizie preoccupanti che stanno arrivando in queste ultime settimane, bisogna aspettare di vedere cosa succederà».
Il commerciante fa notare che «si prospettava per agosto e settembre un ritorno alla normalità nei flussi di lavoro, ma con l’aumento dei contagi siamo tutti preoccupati di quello che potrà accadere».
E i clienti che ne pensano di una eventuale applicazione del green pass anche per la ristorazione?
«In certi casi può essere utile, specie quando i locali sono molto affollati, come alla sera – spiega la signora Nadia Nicoletti -, altrimenti alla mattina ritengo non possa servire. Ritiene invece «giusto» un utilizzo esteso della carta verde per «garantire sicurezza a tutti, altrimenti non riusciremo mai a risolvere la situazione» Ludovica Cavalieri.
Si dice favorevole al green pass Andrea Dattilo, «i vaccini sono una evoluzione del genere umano» fa notare, precisando di rispettare «le idee di tutti». «Un provvedimento che vincola chi non prende coscienza di una situazione, del fatto che il vaccino possa coadiuvare il ritorno alla normalità -prosegue – . Penso che in questo passaggio storico troppo spesso la conoscenza sia sostituita dall’opinione, ma questo non può essere».