Ancona-Osimo

Verso il Green pass obbligatorio, boom di prenotazioni di vaccini. La rete marchigiana dei contrari si allarga e diventa interregionale

L'obbligo di Green pass sul lavoro, se da un lato fa crescere le prenotazioni per il vaccino contro il Covid, dall'altro fa lievitare lo scontento di chi vede il lasciapassare come una imposizione della vaccinazione. Ecco cosa sta accadendo nelle Marche

ANCONA – In vista del Green pass obbligatorio per tutti i luoghi di lavoro, che entrerà in vigore dal 15 ottobre, nelle Marche, se da un lato si è subito registrata una impennata di prenotazioni per la vaccinazione contro il Covid-19,  dall’altro si allarga lo scontento di chi è contrario al pass.

Le prenotazioni per la somministrazione del vaccino, sono passate da 200 «a 1.800» al giorno «negli ultimi quattro giorni». Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, evidenziando che le dosi non mancano per far fronte alla crescita delle prenotazioni.

Stando a quanto riferisce l’assessore, nelle farmacie delle Marche ci sono 40mila vaccini Pfizer e 3mila a vettore virale:  «Siamo pronti a qualunque tipo di somministrazione – dice – e il personale è a disposizione. Siamo arrivati a somministrare 18mila vaccini al giorno e la potenza di somministrazione nella regione è superiore ai circa 2mila nuovi prenotati giornalieri che abbiamo avuto in questa settimana».

E per intercettare il maggior numero di persone sono in campo anche i camper vaccinali, che sono in via di raddoppio (da 5 a 10). Accanto al boom di prenotazioni, di chi sceglie di vaccinarsi contro il Covid per evitare di doversi sottoporre periodicamente a tampone per ottenere il Green pass, c’è anche chi si organizza per rivendicare la sua libertà di scelta in tema vaccinale. C’è una fascia di popolazione in cui serpeggia lo scontento per quella che reputano una imposizione mascherata dell’obbligo vaccinale.

E con l’introduzione del Green pass obbligatorio per tutti i luoghi di lavoro, dal 15 ottobre, si allarga ulteriormente l’ala dei contrari, che prima non erano ancora stati toccati dall’entrata in vigore del lasciapassare. La rete regionale creata dai sanitari, dai docenti e dalle famiglie contrarie alla certificazione verde, sta crescendo, rimpinguata nelle sue schiere dai lavoratori del settore pubblico e privato che si avviano verso la certificazione verde obbligatoria dal 15 ottobre.

In tanti non ci stanno e rifiutano di piegarsi alla vaccinazione, come di sottoporsi periodicamente ai test, o anche solo di esibire un pass per poter lavorare. Alla stessa maniera non possono neanche rischiare la sospensione senza retribuzione dal lavoro, per questo sono pronti a dare battaglia dal punto di vista legale.

L’avvocato Patrizia Paolucci

L’avvocato di San Benedetto del Tronto, Patrizia Paolucci, del foro di Ascoli Piceno, che sta seguendo sanitari e docenti non vaccinati, sta ricevendo una pioggia di richieste di assistenza, come spiega lei stessa. «Le richieste di informazioni sono tantissime, e sto incontrando molti nel mio studio: mi chiedono come fare per opporsi all’obbligo e per non vaccinarsi».

La strada, spiega il legale, «è sempre quella della diffida disapplicativa della sospensione, come abbiamo già fatto per i sanitari che non si sono vaccinati. Una volta arrivati alla sospensione si procede all’impugnazione». L’avvocato fa notare che «vietare l’accesso sia sul luogo di lavoro che nell’istituto scolastico è reato – prosegue -, le persone però hanno paura di perdere la retribuzione e non possono certo essere giudicate se scelgono la contingenza alla sopravvivenza dei propri diritti».

Il 21 settembre si è tenuto uno degli ultimi incontri con uno dei gruppi della rete e con alcuni cittadini dove si è affrontato il tema. «Le persone – spiega – sono consapevoli del fatto che vengono erosi dei diritti e che adesso occorre rivendicarli, insieme alla incolumità fisica dei nostri figli, anche minori, per i quali si prospetta la vaccinazione. Tanti sono contrari alla vaccinazione e al Green pass, e si sta creando una ramificazione e un collegamento tra i diversi gruppi di paesi diversi, sia sul territorio regionale che anche con altre regioni, oltre che tra le diverse categorie di lavoratori, privati e pubblici».

La rete marchigiana intanto si è allargata e si è unita con quella dell’Abruzzo, e si sta organizzando «per contrastare quella che definiamo come una estorsione» afferma l’avvocato, non solo dal punto di vista legale ma anche di scambio dei servizi «in base alle competenze e alle professionalità dei membri per consentire la fruizione di questi servizi: per evitare di fare il Green pass ci si organizza con modalità diverse di scuola e prestando le capacità lavorative in altri ambiti».

La rete si è divisa in gruppi, ognuno dei quali si sta organizzando per lo scambio di servizi che saranno erogati dai lavoratori che verranno sospesi dal lavoro senza retribuzione, il tutto, spiega il legale, «in una cornice di piena legalità». Insomma il lavoratore cambia tipologia di mansione rispetto a quella che svolgeva, nell’ottica di uno scambio di servizi. Da chiarire però l’aspetto monetario della questione.