Ancona-Osimo

Guerra, l’appello di Don Korceba a Europa e Italia: «Sostenere militarmente l’Ucraina per potersi difendere»

Parroco della chiesa di San Paolo Apostolo di Ancona e guida della comunità ucraina nel capoluogo, Don Mihajlo accusa Europa e Vaticano di non aver dato la giusta considerazione allo Stato e alla Chiesa Ucraina. Ecco il suo sfogo

Don Mihajlo Korceba, sacerdote della parrocchia San Paolo Apostolo di Ancona

ANCONA – «Una cosa mi consola: ormai tutte le maschere sono state tolte. Lo Stato ucraino e la Chiesa ucraina sono secoli che lotta per la propria libertà e indipendenza, politica e religiosa». Lo scrive sulla sua pagina Facebook Don Mihajlo Korceba, parroco della chiesa di San Paolo Apostolo di Ancona e guida della comunità ucraina nel capoluogo.

Il sacerdote nei giorni scorsi aveva lanciato una raccolta fondi a favore dell’Ucraina, afflitta dall’attacco militare da parte delle forze russe iniziato il 24 febbraio, 13 giorni fa, a più di 30 anni dal dissolvimento dell’Unione Sovietica. Mentre la Guardia nazionale ha annunciato di aver preso il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, già conquistata alcuni giorni fa, oggi, dovrebbero riprendere i corridoi umanitari in un clima in cui la tensione resta altissima.

«L’Europa e il Vaticano – lamenta Don Mihajlo Korceba – non hanno avuto mai coraggio di dare la giusta considerazione allo Stato e alla Chiesa ucraina per non rovinare i rapporti diplomatici e economici con la Russia e il dialogo ecumenico con gli ortodossi russi, ora si renderanno conto con chi dialogavano». Uno sfogo, quello del sacerdote, che rimprovera l’Europa «di non aver mai creduto a quello che si diceva in Ucraina in ambito politico, culturale e religioso» e «il Vaticano di non aver dato spazio all’importanza della Chiesa ucraina» a causa «della minaccia espressa chiaramente dai rappresentanti della Chiesa russa di interrompere il dialogo ecumenico» tanto che «hanno sempre ceduto a queto ricatto».

Secondo il parroco l’Europa ha lasciato spazio alla diplomazia «non che non si doveva» spiega, ma «non è servita a niente» perché i russi «battono sempre sulle stesse bugie, sul fatto che c’è bisogno di denazificare la nazione, ma è una cosa assurda, sono loro che stanno invadendo, noi stiamo a casa nostra, è la stupidaggine più grossa che hanno detto (i russi, ndr)». 

In questa fase cosa chiede all’Europa e all’Italia?
«Si potrebbe dire di sostenere militarmente l’Ucraina, è difficile, ma almeno aiutare il paese nel materiale per potersi difendere, almeno questo, perché tanto non cederanno, l’Ucraina non cederà, quindi se saranno lasciati a se stessi sarà genocidio dei civili e di tutta la popolazione: almeno se avranno gli strumenti per difendersi (armi, ndr) potranno farlo e lo stanno già facendo».

Don Mihajlo Korceba evidenzia infatti che il conflitto poteva durare «48 ore, ma siamo a due settimane».
«Sono anche ottimista che potranno farcela – aggiunge -: si sta parlando della possibilità di cedere qualche territorio a favore della popolazione, perché a questo punto “tagliamoci la mano”, ma intanto il corpo vive, non tutti saranno d’accordo, ma se questo è il prezzo…». 

Nei giorni scorsi Papa Bergoglio aveva affermato che «la Santa Sede è disposta di fare del tutto, a mettersi in servizio per questa pace», una iniziativa che il parroco di Ancona commenta così: «O usa la diplomazia o usa la verità: se usa la diplomazia non serve a niente, se usa la verità» davanti alle «bugie» di «Putin» dall’altra parte «trova sempre un muro di gomma».

Quale può essere la soluzione del conflitto? «La soluzione è tornare a casa propria di chi sta fuori da casa sua, ma come convincere non lo so». Nella giornata il cui dovrebbero riprendere i corridoi umanitari, in un clima di scambio di reciproche accuse tra Russia e Ucraina sul fatto che non sono ancora riusciti a causa dei bombardamenti, Don Mihajlo Korceba rimarca che «a seconda di chi parla la colpa è degli uni o degli altri, ma ragionandoci perché l’Ucraina dovrebbe impedire ai cittadini di andare via?». Intanto sono una decina le persone ucraine, donne e bambini, accolte dalle famiglie (familiari) anconetane che ruotano attorno alla parrocchia, altre sette sono state accolte invece nell’osimano.