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Guerra in Ucraina, l’apprensione della Comunità nelle Marche: «Temiamo per i nostri parenti»

Sono 5.300 gli ucraini che vivono nelle Marche. La paura nelle parole di Maryna But, presidente della Comunità ucraina: «Siamo preoccupati»

Maryna But
Maryna But, presidente Comunità Ucraina nelle Marche

MARCHE – Sono 5.300 gli ucraini che vivono nelle Marche. E da mercoledì notte assistono in televisione alle immagini devastanti dell’aggressione russa. Una comunità che si riconosce territorialmente in un’organizzazione rappresentata da Maryna But, 39enne assistente a domicilio per anziani. È originaria di Kryvyi Rih, città dell’area meridionale dell’Ucraina, a pochi chilometri di distanza da Dnipro dove dall’altra notte sono cominciati a piovere i missili di Putin.

Maryna, come si sente?
«Sono preoccupata, molto preoccupata. Come lo sono tutti i miei connazionali qui nelle Marche».

La sua famiglia è qua con lei?
«Solo mia madre. Nella mia città c’è mio padre, gli zii, i cugini, tutti i miei parenti».

Li ha sentiti?
«Sì, stanno tutti bene. Ma la preoccupazione è tanta. Ho telefonato a mia cugina, ma non rispondeva al cellulare. Subito ho pensato che le fosse successo qualcosa. Per fortuna mi ha richiamato poco dopo e mi ha detto di non aver sentito il telefono perché si trovava al supermercato».

Come comunica con i suoi parenti?
«Per ora riusciamo ancora a telefonare e mandare email. Ma non sappiamo fino a quando resteranno attivi i collegamenti. C’è il pericolo che s’interrompa tutto e quindi sarà sempre più difficile avere notizie».

Qualcuno ha deciso di scappare in Italia?
«Della mia famiglia nessuno. E secondo quanto mi stanno dicendo i miei amici e connazionali qui nelle Marche sembra che i nostri parenti non si muoveranno. Anche perché i confini sono chiusi». 

Qual è la vostra paura più grande?
«Non riuscire più a comunicare con i nostri parenti e non sapere cosa sta accadendo».

Se lo aspettava che sarebbe andata in questa maniera?
«Eravamo pronti a rispondere all’aggressione, ma il modo in cui è avvenuta ha colto tutti di sorpresa. Il nostro popolo si è svegliato di notte sotto le bombe. Da quel momento è stato un continuo di telefonate con i nostri amici e parenti». 

La vostra Comunità nelle Marche sta pensando di organizzare qualche manifestazione?
«Mi ha appena contattata il sindaco di Pesaro e probabilmente organizzeremo una fiaccolata».

Come aiuterete concretamente i vostri parenti?
«Non possiamo fare altro che continuare ad inviare sostegni economici. Altre soluzione non ne vedo».