Ancona-Osimo

IGF e innovazione in agricoltura, Tommaso di Sante: «Tema fondamentale»

Il comparto agroalimentare, compreso quello della pesca, è terreno fertile per l’applicazione delle nuove tecnologie, dai droni all'energia. E si è parlato persino di metaverso per le mucche al pascolo virtuale

ANCONA – Il panel di IGF Italia dedicato all’innovazione in agricoltura parla marchigiano. Con i docenti della Facoltà di Agraria, Luigi Ledda (Università Politecnica delle Marche), Deborah Pacetti (Università Politecnica delle Marche), gli imprenditori Ancuta Nartea (CEO Integrity Key), Graziano Brandoni (Azienda Agricola Agricola Brandoni), Luca Saccomandi (Società Agricola Nonno Ciro), Vincenzo Viola (Business Strategic Advisor WISESIDE SRL); le loro aziende sono tutte realtà innovative vicine al mondo della ricerca.

Il comparto agroalimentare, compreso quello della pesca, è terreno fertile per l’applicazione delle nuove tecnologie: blockchain per tracciabilità, droni per irrigazione e semina, tecnologie al servizio di packing house e ricerca di nuove forme di energia necessarie per la produzione del cibo, re-immissione nei cicli produttivi come sottoprodotti di scarti alimentari e agricoli. E si è parlato persino di metaverso per le mucche al pascolo virtuale.


Al panel ha partecipato Tommaso di Sante componente  di Giunta per il settore Agricoltura Camera di Commercio delle Marche: «L’innovazione è un tema fondamentale per l’agricoltura, quasi scontato. Cruciale l’aspetto della tracciabilità del cibo, per gli imprenditori dell’agroalimentare la certificazione è un valore aggiunto importantissimo. Per evolvere le nostre imprese hanno bisogno però di personale qualificato, di qui la centralità dello scambio con l’Università, abbiano bisogno di competenza specie in quest’epoca dove emergono crisi ecologia, dell’energia ma anche del cibo: una guerra non troppo lontana ricorda la necessità di cibo nel territorio Italia» spiega Di Sante, che pone l’accento sulle imprese agricole innovative. «Nelle Marche ci sono, sono guidate da giovani e stanno crescendo in qualità e numerosità. Sono realtà performanti che hanno bisogno di più tecnologia: in certe zone la fibra non arriva. Servono investimenti politici e industriali per interventi immateriali e materiali, connessione e invasi d’acqua; la tecnologia ci serve per usare meno acqua ma se non ne hai affatto, come sta accadendo qui, serve a poco»