ANCONA – I soldi sporchi della cocaina investiti nell’economia locale. Dietro la regia della ‘ndrangheta. Succede anche nelle Marche? Per saperne di più, sabato prossimo (25 novembre), la facoltà di Economia ospiterà un incontro con il pm di Catanzaro che da anni vive sotto scorta, Nicola Gratteri, e il professore Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali. Presenterano il loro ultimo libro “Fiumi d’oro”. Ad organizzare l’incontro è il Lions Club Ancona Colle Guasco ed il satellite del club Ancona Portonovo, ore 9.30, nella sala A. Gli autori saranno intervistati dall’avvocato Laura Versace del Foro di Ancona. Versace e il pm, negli anni scorsi, sono stati già nelle scuole per parlare di legalità e ‘ndrangheta. Gratteri da anni porta avanti una battaglia culturale e si appella alla scuola e alle famiglie che sono i depositari del vivere civile. Il suo obiettivo è puntare alle nuove generazioni.
Per questo Alfiero Aquili, presidente del Lions Club Ancona Colle Guasco, ha chiesto che la presentazione avvenisse all’università per facilitare l’incontro con i giovani e dare modo al Procuratore Nicola Gratteri, di incontrare la cittadinanza e portare ancora una volta la testimonianza di coraggio civile. L’avvocato Versace intervisterà gli autori non solo sul contenuto del libro ma anche sui problemi della giustizia e sulle riforme possibili del codice di procedura penale, visto che il pm Gratteri è stato chiamato a presiedere una commissione sulla riforma della giustizia. Nel libro gli autori si chiedono: dove finiscono i soldi del traffico di cocaina e di tutte le altre attività gestite dalla ‘ndrangheta? Si stima che la mafia calabrese abbia un fatturato annuo di circa 43 miliardi di euro, di cui almeno il 75% viene reinvestito nell’economia legale. In Calabria però rimangono solo le briciole, il resto finisce nelle regioni più ricche (Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio, Toscana). La ‘ndrangheta investe nell’edilizia, nel settore immobiliare, nel terziario, nell’eolico, nel turismo, e lo fa grazie a una miriade di alleanze strategiche con bancari, avvocati, commercialisti, broker senza scrupoli. Nell’era della globalizzazione e delle nuove tecnologie, i boss utilizzano anche il “deep web” (il cosiddetto “web invisibile”) e i paradisi fiscali. Comunicano attraverso codici cifrati e si spostano nel mondo con estrema facilità. Ma lo strumento che maggiormente utilizzano per espandersi è ancora la corruzione, l’ossatura del potere mafioso. Fermarli in ambito internazionale si fa ogni giorno più faticoso. La differenza di sistemi giuridici, la mancanza di reati associativi e la difficoltà di globalizzare l’azione di contrasto favoriscono tutte le mafie che oggi riescono sempre più a trovare momenti di collaborazione a livello internazionale.