Ancona-Osimo

Immigrazione clandestina sulla rotta Egitto-Libia-Italia e Marche: in arresto scafista

Si è proceduto all'identificazione e arresto dello scafista anche grazie all'ascolto dei migranti dirottati sulle coste marchigiane

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Foto d'archivio

Si comunica che personale della Sezione Investigativa di Ancona, del Servizio Centrale Operativo, con la collaborazione della Squadra Mobile di Ascoli e di personale delle volanti della Questura ascolana, con il coordinamento operativo del Servizio Centrale Operativo, sotto l’egida della Procura Distrettuale di Ancona, titolare della direzione delle indagini, alle prime luci dell’alba, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di un soggetto proveniente da territori oltre confine nazionale, a cui sono stati contestati reati in materia di immigrazione clandestina.

Il provvedimento restrittivo adottato rappresenta l’epilogo di un’inchiesta che ha avuto il suo inizio dalle dichiarazioni dei migranti sbarcati, a febbraio 2023, presso il porto dorico. Diversi gli sbarchi operati presso le banchine del porto anconetano, tra questi quello successivo ad uno dei soccorsi compiuti dalla motonave Geo Barents 1, a largo delle coste libiche, in quella fascia del mediterraneo di acque internazionali a ridosso di quelle nazionali.

L’intensa ed articolata attività di indagine, durata circa dieci mesi, svolta della neo-articolazione della Polizia di Stato, denominata S.I.S.C.O., è stata compendiata da numerosi presidi di natura tecnica e da plurimi accertamenti svolti anche in ambito internazionale. In tal senso sono stati individuati importanti dati, informazioni ed elementi riconducibili a soggetti coinvolti nell’organizzazione dei viaggi dei trasmigranti, sulla rotta Egitto-Libia-Italia. In particolare, la condivisione delle risultanze investigative con Europol ha permesso di apprendere che, i dati e i metadati individuati si erano altresì evidenziati nel quadro di taluni riscontri operati da Europol su input dell’Agenzia Frontex nonché nell’ambito di altre attività di indagine svolte nello specifico dal Regno Unito.

Secondo quanto diffuso dalla struttura di Europol che si occupa di reati in materia di tratta e di immigrazione clandestina, le evidenze individuate ed accertate nell’ambito di questa inchiesta, congiuntamente a quelle emerse nelle investigazioni di altri paese europei, hanno permesso di corroborare e suffragare gli indizi a carico di alcuni trafficanti internazionali.

Il laborioso lavoro di ascolto di gran parte dei migranti dirottati sulle coste marchigiane, ha reso possibile l’individuazione di colui che ha svolto il ruolo cosiddetto di “skipper/scafista d’occasione” e che poi è stato arrestato. E a cui sono stati contestati i reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, per aver trasportato molteplici migranti, in mare aperto fino ai soccorsi della motonave dell’ong, con l’aggravante dell’esposizione a pericolo per la vita di numerose persone, trasportate a bordo di un’imbarcazione priva di ogni necessaria dotazione di sicurezza, del tutto inadeguata in relazione al numero di persone trasportate.
Dagli atti di indagine al momento non emergono indicatori che attestano l’appartenenza dell’odierno fermato ad una rete criminale dedita alla tratta di persone.
Il provvedimento adottato costituisce l’ultimo tassello di un assiduo lavoro di ricostruzione investigativa, condotto da personale della S.I.S.C.O. anconetana, coordinato dalla Procura della Repubblica di Ancona – Direzione Distrettuale Antimafia – in sinergia con gli uffici investigativi della Polizia di Stato, centrali e territoriali, impegnati quotidianamente nel contrasto e la repressione dei reati in materia di tratta ed immigrazione clandestina., nell’ambito di un costante confronto info-investigativo anche in campo internazionale.

Il provvedimento emesso dal gip di Ancona, ed eseguito, costituisce misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui, il destinatario dello stesso, quale persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva, può esercitare tutti i mezzi di impugnazione previsti e consentiti dalla legge.