Ancona-Osimo

No alle esternalizzazioni delle aziende di Energia, Gas e Igiene ambientale. Sindacati in piazza ad Ancona

A rischio nelle Marche 5mila posti di lavoro. I sindacati di categoria, a Filctem Cgil, Fp Cgil, Femca Cisl, Flaei Cisl, Fit Cisl e UIltec-Uil e UIltrasporti, e i lavoratori hanno protestato in tutta italia. Ecco le richieste

Un momento dello sciopero davanti alla Prefettura di Ancona

ANCONA – No alle esternalizzazioni delle aziende concessionarie di Energia Elettrica, Gas ed Igiene Ambientale. È la richiesta che si è levata oggi – 30 giugno – da Piazza del Plebiscito ad Ancona, “teatro” dello sciopero nazionale promosso dai sindacati di categoria Filctem Cgil, Fp Cgil, Femca Cisl, Flaei Cisl, Fit Cisl e UIltec-Uil e UIltrasporti.

Nonostante il caldo torrido da bollino rosso, che vede Ancona, insieme a Campobasso e Catania, tra le città più calde in Italia, i rappresentanti delle sigle sindacali e i lavoratori non si sono fatti scoraggiare e si sono presentati davanti alla sede della Prefettura in gruppo nutrito per manifestare la propria contrarietà all’articolo 117 del Codice degli Appalti che obbliga le aziende concessionarie di Energia Elettrica, Gas ed Igiene Ambientale ad esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione.

I manifestanti davanti alla Prefettura di Ancona

No all’esternalizzazione delle aziende di Energia, Gas e Igiene ambientale: ecco perchè

Una norma temuta perché mette in discussione oltre 300mila posti di lavoro in Italia e 5mila solo nelle Marche, in un periodo segnato dalla crisi economica scatenata dalla pandemia. Il timore dei sindacati è anche quello che le esternalizzazioni possano condurre ad un peggioramento dei servizi, a disimpegni d’investimento e frammentazione del lavoro con pericolose ripercussioni sulla salute e sicurezza. Un timore che hanno formalizzato anche al nuovo prefetto di Ancona, Darco Pellos, nel corso di un incontro che si è tenuto questa mattina in Prefettura. 

«L’esternalizzazione sarebbe un disastro, anche dal punto di vista economico – afferma Fabrizio Fabbietti, segretario regionale Filctem Cgil – perché le aziende che gestiscono questi servizi non farebbero più investimenti e quindi chi prende l’appalto lo farà solamente per i profitti». Un primo danno, evidenzia, per l’economia e i cittadini, che si aggiunge al nodo occupazionale con il rischio che non tutti i lavoratori saranno riassunti e senza conoscere «l’organizzazione del contratto, perché quando un servizio viene dato in appalto ogni azienda applica il contratto che ritiene più opportuno».

Fabrizio Fabbietti, coordinatore Filctem Cgil Marche

Il sindacalista ha sottolineato che l’incontro in Prefettura di oggi, viene chiesto in tutte le regioni che sono tappa dello sciopero nazionale, ma se anche questa volta la mobilitazione nazionale non sortirà l’esito sperato «faremo ulteriori pressioni nei confronti del governo, e se fosse necessario, speriamo di no, continueremo con le nostre azioni di lotta».

Angelo Paolucci Femca Cisl Marche ha evidenziato che il nodo della questione non è solo l’impatto occupazionale che le esternalizzazioni potrebbero avere, ma anche la questione sicurezza: «Una azienda strutturata con centinaia di dipendenti può garantire tutti i propri addetti, sia per la qualità del servizio che per quello che riguarda la tutela della salute dell’utenza. Una garanzia a 360 gradi, mentre ,per una azienda piccola con organico limitati ci sono grandi punti interrogativi, sia da parte degli operatori che dell’utenza».

Angelo Paolucci, segretario regionale Femca Cisl Marche

Il sindacalista ha poi ricordato che le sigle sindacali erano già scese in piazza anche a livello nazionale nel 2016 «per rivendicare le stesse cose. Nonostante però tutte le coalizioni di maggioranza ci avevano garantito che avrebbero stralciato quell’articolo, la norma è ancora lì, non applicata. È una spada di “Damocle, ancora presente e con una scadenza sempre più vicina, quella del primo gennaio 2022, quando le aziende che non hanno ottenuto l’abilità con regolare gara, saranno costrette ad esternalizzare». Infine ha evidenziato che «per la prima volta ci troviamo tutti d’accordo, datori di lavoro e lavoratori, ma non si capisce perché il potere politico non prenda in considerazione l’esigenza di stralciare questo articolo».

Manuel Broglia, Uiltec Marche ha posto l’accento sulle ripercussioni che si avrebbero a discapito dei cittadini a causa delle esternalizzazioni ed hanno sottolineato che questa norma andrebbe a contrastare gli accorpamenti che i sindacati stanno cercando di realizzare in alcune città marchigiane, come successo nella provincia di Macerata, e «come potrebbe succedere nella provincia di Ancona per efficientare i servizi e le tariffe per i cittadini».

Manuel Broglia, Uiltec Marche e Giorgio Andreani, segretario regionale Uil Trasporti

Giorgio Andreani, segretario regionale Uil Trasporti, ha invece sottolineato che lo sciopero vuole sensibilizzare governo e parlamento affinché si ponga rimedio a questo caos. «I servizi pubblici essenziali sono essenziali per i cittadini, come dice anche la parola stessa. Il rischio è che si vada ad una situazione molto caotica, perché non si capisce bene come potrebbero avvenire le esternalizzazioni. Il sindacato cercherà in tutti i modi di fare pressione su governo e parlamento, speriamo che le nostre richieste vengano accolte».

Salvatore Silvano, segretario regionale Fiadel Marche

Salvatore Silvano, segretario regionale Fiadel Marche, ha invece sottolineato che «siamo in piazza per difendere i diritti conquistati dai nostri nonni in anni di battaglie. Oggi spetta a noi cercare di mantenere questi diritti, anche per difendere i giovani i più colpiti».