ANCONA – Nel I trimestre di quest’anno il 13,2% sono i contratti stabili, erano il 26,85% nel 2015, mentre, volano al 77,6% quelli a tempo determinato. Le assunzioni a tempo indeterminato sono 5.268, notevolmente inferiori rispetto a quelle effettuate nel 2016 (-896, pari a -14,54%) e soprattutto rispetto a quelle del 2015 (-4.404, pari a -45,53%). L’analisi è fornita dall’Inps, su dati elaborati dall’Ires Cgil Marche. «Capita spesso di sentire esponenti politici parlare di dati positivi sull’occupazione – dice il segretario regionale Cgil Marche Giuseppe Santarelli -. Si continua a raccontare di un paese che non esiste. Fin quando non si prenderà atto della dura realtà, non si determinerà nessuna possibilità di affrontare una politica adeguata, improntata alla crescita economica del paese e dei diritti e delle tutele delle persone».
Secondo il rapporto, aumentano le cessazioni dei contratti a termine (+24,70) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il saldo tra assunzioni e cessazioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato è negativo per 3.258 unità mentre due anni fa il saldo era di poco positivo. Esplode la crescita del lavoro precario con 30.961 avviamenti a tempo determinato (+34,0% rispetto al 2016) che rappresentano il 77,6% delle assunzioni complessive. Praticamente più di tre marchigiani su 4 vengono assunti con un contratto a termine. In aumento anche i contratti di apprendistato, con 2.239 assunzioni (+611 rispetto al 2016, pari a +37,53%).
Nelle Marche il crollo dei contratti a tempo indeterminato registra percentuali del doppio rispetto al dato nazionale.