ANCONA – L’incendio avvenuto nella notte del 16 settembre al porto di Ancona si porta dietro conseguenze anche per l’autostrasporto
Confartigianato esprime vicinanza agli imprenditori e ai lavoratori colpiti dalla distruzione dell’ex Tubimar, ma anche la preoccupazione del mondo imprenditoriale per la situazione che si è creta al porto di Ancona con il grave incendio che ha ridotto drasticamente la capacità di stoccaggio delle merci con rischi di perdere traffici importanti e posti di lavoro.
Ecco le parole di Marco Pierpaoli, segretario generale di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino: «Una tegola che assolutamente non ci voleva, dopo il calo di lavoro per Covid, il drastico calo dei traffici in transito di turisti diretti verso l’Europa o verso i Paesi mediterranei e la chiusura delle crociere che hanno contribuito nello scorso anno alla ripresa turistica nella città di Ancona e nelle Marche. Confartigianato chiede una particolare attenzione delle istituzioni a tutti i livelli e della nuova amministrazione regionale affinché venga data la massima attenzione alle problematiche portuali e si favoriscano tutte le possibili soluzioni per reperire spazi coperti per quanti sono stati azzerati nel lavoro logistico».
Gilberto Gasparoni, segretario di Confartigianato Trasporti, sottolinea «che anche l’autotrasporto è stato colpito con il venir meno dell’area di sosta dedicata ai Tir (circa 60) e gestita dalla Transport Service aderente alla Confartigianato nell’area adiacente all’ex Tubimar, incendiata ed ora inaccessibile per via delle limitazioni imposte nell’area. Confartigianato chiede che vengano individuate immediatamente nuove aree per la logistica ma che si proceda tempestivamente su tutti quei lavori, che in parte sono stati rallentati anche dalla burocrazia regionale, vedi l’escavo dei fondali alla Banchina Marche, l’iter burocratico per l’acquisizione della Bunge, che non si conclude mai, i lavori di completamento della nuova darsena, la riasfaltatura della Via Mattei e della rotatoria, entrambe disastrate e causa di continue rotture dei mezzi. Tutte opere necessarie, attese da molto tempo, ma che non si realizzano per le lungaggini burocratiche che vanno assolutamente superate anche utilizzando, laddove possibile, il Decreto semplificazioni».
«Insomma – conclude Gasparoni – il porto è la più grande industria delle Marche, una fonte di lavoro unica per la sua importanza, ma viene visto come una realtà qualunque, per la quale non ci sono priorità ma ogni cosa può arrivare anche in tempi lunghi senza alcuna conseguenza. Invece in questa situazione si perdono occasioni di lavoro e traffici che scelgono altri porti e che Ancona sono una perdita definitiva e quindi inaccettabile».