ANCONA – «Oggi la direzione generale dei porti presso il ministero delle Infrastrutture ha firmato la convenzione con Rfi per realizzare l’ultimo miglio ferroviario verso il porto di Ancona, lungo la linea “Orte-Falconara”». È quanto ha annunciato il ministro Paola De Micheli, a Palazzo Raffaello, dopo la firma del protocollo con Rfi, Regione Marche e Umbria per il potenziamento della linea di collegamento ferroviario.
La ministra ha spiegato che il porto di Ancona in questo modo «sarà completamente connesso con la ferrovia e, grazie a questo investimento, diventerà più competitivo, anche in termini di costi, per gli operatori che vorranno utilizzarlo». L’investimento complessivo per il porto di Ancona «da 187 milioni, già stanziati», è stata oggetto proprio oggi di firma della convenzione «per realizzare i progetti per l’accessibilità a mare e il completamento dell’ultimo miglio ferroviario» (40 milioni di euro sono destinati all’ultimo miglio ferroviario dal Porto). Investimenti che «proiettano Ancona nel modello di portualità europea» grazie all’intermodalità.
Poi ha aggiunto: «Quello di Ancona, attraverso le risorse di “Italia Veloce” sarà uno dei primi porti italiani dove sarà realizzata l’intermodalità ferroviaria. Un investimento non casuale, perché Ancona ha una particolare predisposizione, un piano degli investimenti realizzato e da realizzare particolaermente ambizioso ed è, soprattutto, in un’area strategica del mare Adriatico: può essere competitivo fronte-mare, lo renderemo competitivo fronte-piano».
La ministra prima di andare in Regione per siglare l’intesa, intorno alle 15,15 ha fatto un sopralluogo all’ex Tubimar per verificare di persona l’entità del danno, accompagnata dal accompagnata dal sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti con delega ai Porti, Roberto Traversi, dal presidente della Regione Luca Ceriscioli e dal presidente dell’Autorità di sistema portuale Rodolfo Giampieri. Sul posto il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, i vertici delle forze dell’ordine, dei Vigili del Fuoco e della Capitaneria di Porto con il contrammiraglio Enrico Moretti e la parlamentare marchigiana Mirella Emiliozzi. Per il Comune di Ancona, l’assessore Ida Simonella.
«Sono qui per rendermi conto personalmente dell’accaduto visto che, come ministero, vogliamo supportare l’autorità portuale per la fase ricostruttiva», ha detto De Micheli al porto, poi ha aggiunto: «Lasciatemi ringraziare tantissimo i Vigili del Fuoco che come sempre senza sosta si sono prodigati per circoscrivere prima e, come in questi momenti, spegnere definitivamente l’incendio». La ministra ha spiegato «ci vorrà qualche giorno per fare la valutazione dei danni e per decidere cosa fare, immaginando che ci vorrà una demolizione» completa delle strutture, ha dichiarato, aggiungendo che «ci saranno costi per demolire e per ricostruire. Faremo una valutazione insieme all’Autorità portuale su come è meglio agire e poi accompagneremo il percorso delle decisioni con le risorse necessarie».
ALCUNE IMMAGINI DEL SOPRALLUOGO ALL’EX TUBIMAR
L’obiettivo per affrontare le conseguenze prodotte dal rogo è quello di per «poter rapidamente ricostruire questo importante e strategico scalo per l’Adriatico». «Voglio ringraziare anche le autorità locali che da questa mattina alle 7 si sono subito coordinate per poter intervenire, il comune e la sindaca che hanno immediatamente avvisato la popolazione per proteggere le persone in attesa di avere i risultati delle analisi dell’aria», spiega De Micheli.
Nell’area portuale di Ancona l’odore dell’aria è ancora forte, vicino l’ex Tubimar colpita dalle fiamme questa notte. Sul posto al lavoro ancora i Vigili del Fuoco, provenienti dal Comando di Ancona, Macerata, Pesaro, Jesi e Senigallia. Diversi ancora i focolai attivi nel capannone. Tre le imprese coinvolte. Poi la paura per la nube inquinante, come l’ha definita il governatore Luca Ceriscioli.
Intanto si è concluso nel primo pomeriggio in Municipio la riunione del COC coordinata dal sindaco Valeria Mancinelli, cui hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nell’emergenza.
Ai presenti Mancinelli ha chiesto conto sia sullo stato dell’incendio sia sulla colonna di fumo sia sul livello di inquinamento prodotto dalla combustione, così da potere adottare nelle prossime ore le misure più idonee per salvaguardia della salute della cittadinanza. Dall’Autorità portuale – che ha incontrato questa mattina i titolari delle concessioni demaniali interessate (Frittelli Maritime, Ase, Cpn) è stata data l’indicazione che i materiali bruciati non sono fortunatamente pericolosi né tossici, si tratta di sostanze plastiche (poliuretano e gommapiuma). Da Arpam la notizia che il livello di PM1, registrato dalla stazione di rilevazione di Cittadella, dopo un picco raggiunto nelle prime ore del mattino, pari a 250 microgrammi per metro cubo, è sceso fino al livello 20. L’Amministrazione comunale ha deciso, dopo essersi consultata con Asur e Arpam, di tenere le scuole e gli asili nido chiusi anche nella giornata di domani, giovedì 17 settembre, in via precauzionale.
A monitorare la qualità dell’aria anche l’impianto posto sul tetto del Comune e un laboratorio mobile arrivato da Perugia e collocato in piazza San Gallo che prenderà in esame la quantità di particelle di acido cianidrico rilasciate dal poliuretano.
Il Prefetto Antonio D’Acuntoha sottolineato che vanno avanti le verifiche per accertare le cause dell’incendio: «Gli interventi sono stati tempestivi e adesso speriamo che arrivino fino in fondo a spegnerlo, la situazione viene monitorata continuamente dalla Prefettura».
«Nessuno si è fatto male credo che sia una delle cose basilari» ha dichiarato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri che ha sottolineato come ora si apra la questione della qualità dell’aria: «Ci sono studi Arpam e Asur che stanno analizzando tutte le evoluzioni per poter prendere dei provvedimenti, questa è la cosa più importante perché poi come ha detto il ministro la ricostruzione deve essere veloce e fatta nella maniera più corretta e rapida possibile del manufatto da 60mila metri nel porto, dimensioni a cui non possiamo assolutamente rinunciare».
«Una situazione drammatica in un anno di per sé difficilissimo – ha detto l’assessora al Porto Ida Simonella – , questo è un gran colpo al porto, adesso la priorità è la salute dei cittadini».
«Fin dalle prime ore tutti quanti si sono attivati secondo le loro competenze» ha detto il presidente regionale Luca Ceriscioli, sottolineando «la buona attività per il controllo» svolta.
L’area ex Tubimar, di proprietà del Demanio Marittimo dello Stato e gestita dall’Autorità di sistema portuale, ha una superficie complessiva di 100 mila metri quadri di cui 45.891 metri quadrati coperti, suddivisi in 12 capannoni e ulteriori due strutture adibite a palazzine uffici, non coinvolte nell’incendio. Sono 11 i concessionari operativi nella struttura ex Tubimar. Sette hanno in concessione aree all’interno dei capannoni per una superficie totale di circa 36.091 metri quadrati: tre società avevano depositi per attività logistiche (Ase, Frittelli Marittime Group, Icop); tre depositi per la cantieristica navale (Fincantieri, Cpn, Consorzio navale scarl); un deposito per mezzi di sollevamento e piattaforme mobili (Omec). L’incendio ha danneggiato in particolare i capannoni in concessione ad Ase e Frittelli Maritime Group.