ANCONA- Non ce l’ha fatta l‘operaio rimasto ferito lo scorso 20 ottobre in un incidente sul lavoro nel cantiere Isa Yachts. Alam Magbaul, 41 anni originario del Bangladesh, è morto dopo 24 giorni di agonia. L’operaio stava lavorando insieme ad altri tre colleghi allo scafo di uno yacht quando la passerella dell’impalcatura avrebbe ceduto, facendoli precipitare da circa 6 metri di altezza. A comunicare la tragica notizia, la Segreteria Provinciale della FIOM di Ancona e la CGIL territoriale che oltre ad esprimere cordoglio per quanto avvenuto, tornano a parlare di sicurezza sul lavoro.
«Come già denunciato, ci si trova nuovamente a fare i conti con l’ennesima morte sul lavoro: un operaio che ha attraversato mezzo mondo per provare a guadagnarsi un futuro dignitoso, non farà ritorno alla propria famiglia a causa di precarie condizioni di sicurezza sul lavoro. Da tempo, vengono denunciate le carenze riguardanti le condizioni di lavoro all’interno del mondo degli appalti nella cantieristica anconetana; pochi passi in avanti sono stati fatti nonostante le denunce del sindacato e gli impegni formulati- scrivono in una nota la FIOM e la CGIL di Ancona-. Metteremo in campo tutte le azioni legali e di mobilitazione affinché vengano individuate le responsabilità di quanto accaduto all’interno del cantiere ISA Palumbo. Il sindacato chiede di superare tutte le difficoltà burocratiche così da permettere alla moglie del lavoratore defunto di arrivare finalmente in Italia».