ANCONA- Gli effetti dell’inciviltà delle persone al tempo del Coronavirus si vedono anche in mare. L’imbarcazione antinquinamento Pelikan che opera nello specchio acqueo del Porto di Ancona ha raccolto moltissimi guanti e mascherine. Se fino a un mese fa in mare era facile trovare plastica, lattine e bottiglie di vetro ed era praticamente impensabile recuperare guanti e mascherine, oggi questi rappresentano i rifiuti prevalenti.
«Vi è poco da dire, sempre le medesime cose. L’inquinamento è solo causa dei comportamenti sbagliati dell’essere umano- commenta Paolo Baldoni CEO di Garbage Group-. Questa è una dimostrazione tipica, anzi direi scientifica, di un modello di inquinamento e di criticità ambientale. Si parte sempre dall’acquisto e uso di un prodotto da parte dell’uomo e nella pessima abitudine, una volta terminatone l’utilizzo, dell’errato smaltimento di quello che prima era un bene di necessità e che si trasforma, poi, in rifiuto. La causa di tutto questo è sempre la stessa: la totale incuria ed egoistico menefreghismo nei confronti della collettività e dell’ambiente. Ed ecco che, come sempre accade, un pessimo comportamento a terra si ripercuote in mare a dimostrazione che il pianeta e l’ambiente sono in continuo dialogo fra gli elementi terra, acqua e aria.
A 40 giorni dall’emergenza pandemica che ha investito il Paese, un rifiuto come mascherine e guanti prima inesistente è oggi fortemente presente su quanto raccolto dal Pelikan. Il nostro battello oggi si dimostra non solo estremamente efficace nel svolgere il suo lavoro, ma un vero e proprio testimone diretto di quelle che sono le conseguenze secondarie, ma pur sempre gravissime, di questa emergenza sanitaria mondiale».