Ancona-Osimo

Indagine della Procura sulla variante ex Metro, Tombolini: «Il Comune difende l’indifendibile»

Il consigliere d'opposizione, candidato sindaco per il centrodestra, risponde così dopo l'intervento dell'assessore Manarini in replica al fascicolo aperto per abuso d'ufficio. «Ecco cosa accadde nel 2015 ai tempi dell'approvazione in aula»

L'ex Metropolitan ad Ancona
L'ex Metropolitan ad Ancona

ANCONA – «Il sindaco è l’attore del progetto Metropolitan». Risponde così Stefano Tombolini, consigliere comunale di minoranza, alle repliche dell’assessore Paolo Manarini (leggi l’articolo) intervenuto dopo la notizia riportata anche su Centropagina (leggi l’articolo) dell’indagine della Procura per abuso di ufficio che riguarda la variante dell’ex cinema Metropolitan (quella che ha ridotto la sala spettacolo da 700 posti a spazio culturale da 300 posti).

Il consigliere ripercorre quanto accaduto nel 2015, ai tempi dell’approvazione in aula della variante urbanistica per il Metropolitan, con relativa determinazione del plusvalore, l’importo che la proprietà privata ha pagato alle tasche comunali per avere la variante e far riprendere quindi i lavori che rischiavano di rimanere fermi e creare un’altra incompiuta nel pieno centro cittadino.

Stefano Tombolini
Stefano Tombolini

«In aula oltre ad evidenziare la necessità di verificare la sostenibilità della stima determinante il plusvalore – prosegue Tombolini – evidenziammo che la normativa nazionale fissasse che la misura del plusvalore da corrispondere da parte del privato, fosse la metà del valore di stima determinato. E ancora, la monetizzazione del cambio di destinazione non ha riferimenti normativi tanto più nel caso in cui la modifica ed il piano attuativo siano di iniziativa pubblica. Ciò significa che essendo la variante del metro di iniziativa pubblica e non relativa ad una richiesta del privato essa venga attuata nell’interesse pubblico. Su questi elementi presentai una pregiudiziale alla discussione della variante, respinta con il voto della maggioranza».

«Il sindaco Mancinelli disse a mezzo stampa che “un consigliere faceva il doppio gioco” – continua Tombolini – riferita al fatto che io stesso avevo riferito pubblicamente che la norma prevede che solo la metà del maggior valore determinato in 500mila euro dalla perizia dell’agenzia, fosse a carico del privato (per disposizione normativa) e dunque questi era legittimato a pagare solo 250mila euro. Ma pubblico e privato erano talmente “impastati” tra loro che la Metropolitan Building pagò immediatamente i 500mila euro senza discutere o rivendicare la riduzione del 50% disposta dalla normativo».

Tombolini prosegue sottolineando come allora chiesero con audizione in commissione urbanistica che fosse sentito il dirigente comunale. «La Mancinelli – dice Tombolini – “furba come la faina” caricò il fardello sul povero Frontaloni facendogli fare una risposta scritta e non l’audizione davanti all’organo politico. Questi nel proprio scritto evidenziò l’enorme sproporzione tra il valore del 2008 e quello del 2015 come risulta dalla stralcio documentale dove nella stima del 5 giugno 2015 riportò 500mila euro (-87% rispetto la prima perizia)».

Tombolini sostiene che senza entrare nel merito della stima, il dirigente se ne lavò le mani dicendo invece che non entrava nella valutazione svolta in forma professionale da un organo competente come l’Agenzia delle Entrate.
«Infine appare sulla stampa la dichiarazione dell’assessore Manarini – conclude Tombolini – che non era assessore al tempo e che si prende la bega di difendere l’indifendibile. Se la variazione statistica dei prezzi è pari a circa il 15% (e non lo dico io ma i più diffusi osservatori immobiliari) questi difende una variazione dell’87% facendo ad essi riferimento. Si dà aria alla bocca, modo di fare che questa amministrazione in quest’ultimo periodo a assunto come principio della propria comunicazione».