Ancona-Osimo

Indennità covid ai sanitari, i sindacati: «Eroi prima, dimenticati dopo»

Fials, Nursing Up e Fis, tornano sull'indennità covid ai sanitari impegnati nell'emergenza lamentando l'impiego improprio delle risorse del comparto. "Il caso" dell'Area Vasta 5

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ANCONA – Le indennità per i sanitari impegnati nella gestione della pandemia tornano al centro delle polemiche. Questa volta ad accendere i riflettori sulla questione sono le segreterie regionali dei sindacati Fials, Nursing Up e Fsi che puntano il dito contro «l’uso improprio dei fondi delle aziende e delle aree Vaste». Le parti sostengono di aver ricevuto una lettera dal Servizio Sanità» nella quale è stato comunicato che «le indennità dovute al personale impegnato nei reparti covid andavano pagate con i fondi contrattuali del personale del comparto».

I segretari Fsi Stefano Brutti, Fials Elena Michele e Nursing Up Domenico Sanfilippo diffidano da questo utilizzo improprio, lamentando che queste risorse sono riservate «al salario accessorio dei lavoratori, che già in alcune realtà hanno subito decurtazioni». in seguito agli splafonamenti operati negli anni passati.

Risorse che dunque non devono essere impiegate per la corresponsione delle indennità di malattie infettive, di terapia intensiva, sub-intensiva e compensi per pronta disponibilità, promesse al personale impegnato nelle aree covid.

«Non si può accettare che a rimetterci, con la vita, con la salute ed economicamente siano i lavoratori, eroi prima e dimenticati dopo» lamentano i tre segretari regionali, rimarcando che i sanitari nell’ultimo anno si sono trovati ad affrontare il periodo «più difficile del secolo, con sacrifici immani e accordi dove per poter elargire un premio, ben lungi da quello promesso, sono state utilizzate anche le risorse residue dell’anno 2019».

I sindacati sottolineano poi la mancata sottoscrizione in Area Vasta 5 «dell’accordo per le premialità», ricordando che il personale sanitario «sta già pagando un prezzo altissimo anche in termini di sacrifici, con ferie bloccate, mobilità d’urgenza, e turni massacranti, mentre in sordina ai direttori vengono elargiti lauti premi».

«Non si può accettare che la soluzione dei problemi sia da parte della politica regionale, con atto unilaterale – spiegano – l’uso dei fondi previsti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del Comparto Sanità che dovrebbero essere utilizzati a favore di tutti dipendenti».

Per questo i sindacati si appellano al governatore Francesco Acquaroli,
all’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, e ai consiglieri regionali, affinché diano «risposte urgenti su quello che riteniamo un dumping contrattuale inaccettabile deciso in maniera unilaterale. I diritti non si possono eludere in alcun modo. I fondi del personale del comparto non possono rappresentare l’unica ratio ai problemi, i lavoratori di tutto il servizio sanitario regionale si aspettano un giusto riconoscimento per l’impegno profuso per il bene della collettività, che sicuramente non può essere quanto deciso in modo unilaterale».