MARCHE – L’inflazione si “mangia” i risparmi nei conti correnti. Una stangata da almeno 92 miliardi di euro a livello nazionale secondo l’Ufficio studi della CGIA.
E anche per le province marchigiane il conto è salato. «La dimensione economica reale del deposito bancario ha subito una drastica decurtazione – spiegano dal centro studi – A pagare il conto più salato sono le famiglie residenti nelle grandi città, dove il caro vita si fa sentire maggiormente. Certo, una piccolissima parte di questa perdita di potere di acquisto sicuramente verrà compensata dall’aumento degli interessi sui depositi. A seguito dell’incremento dei tassi decisi in questi ultimi mesi dalla Bce, infatti, le banche, nella seconda parte dell’anno, stanno riconoscendo ai propri correntisti degli interessi positivi. Tuttavia, il conto da “pagare” è pesantissimo e colpisce maggiormente le famiglie meno abbienti».
I depositi sui conti correnti in provincia di Ancona sono 10.160 milioni di euro. La stima è che l’inflazione farà perdere 813 milioni di euro in potere d’acquisto.
A Pesaro i depositi sono 7.537 milioni di euro e la perdita si aggirerebbe sui 603 milioni in potere d’acquisto.
A Macerata i risparmi sono 6.489 milioni e le perdite stimate sui 519 milioni di euro.
Infine ad Ascoli i correntisti hanno 4.044 milioni di euro e l’inflazione se ne mangia 324.
Per la Cgia di Mestre il pericolo è «che la nostra economia stia scivolando verso la stagflazione è molto elevato. È un quadro economico che in tempi relativamente brevi potrebbe verificarsi anche in Italia. Con le difficoltà legate alla pandemia, agli effetti della guerra in Ucraina, all’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici rischiamo, nel medio periodo, di veder scivolare la crescita economica verso lo zero, con una inflazione che, invece, potrebbe superare tranquillamente le due cifre.