ANCONA – Le Marche, si confermano una delle regioni più colpite dall’influenza. Anche nelle ultime settimane, il numero di contagi si è mantenuto elevato rispetto alla media nazionale. Una vera e propria epidemia, in lieve flessione rispetto alle settimane precedenti, ma comunque con valori ancora cospicui.
«Secondo i dati regionali del Rapporto Influnet di questa settimana – spiega Gabriele Garbuglia, pediatra di libera scelta appartenente all’associazione Pamba (Pediatri Amici del Bambino) – i più colpiti sono i bambini dai 0 ai 4 anni di età, con 27 casi ogni 1000 assistiti. Dai 5 ai 14 anni sono 14 i casi rilevati, dai 15 ai 64 anni, 7, mentre oltre i 65 anni di età si registrano 3 casi ogni 1000 assistiti. Un decorso molto più lungo rispetto agli anni passati», che sta mettendo a dura prova molte famiglie, dove spesso il contagio si diffonde a macchia d’olio a tutti i membri.
Febbre molto alta, tosse, naso che cola e dolore alle ossa, sono i principali disturbi che colpiscono adulti e bambini. «La terapia per l’età pediatrica (0-14 anni) prevede riposo e paracetamolo in caso di febbre. Gli antibiotici sono riservati solo ai casi con complicanze, quali ad esempio otiti o polmoniti».
«I virus attualmente in circolazione – spiega Andrea Giacometti, primario della Clinica di Infettivologia di Ancona – sono tre: il ceppo di tipo A, tra cui l’H1N1 e H3N2, il ceppo C e il B. Ed è proprio il virus di tipo B che quest’anno ha colpito inaspettatamente e pesantemente. Solitamente è il virus A, a creare maggiori problemi. Questo si può spiegare in parte col fatto che il ceppo di tipo B, responsabile delle attuali infezioni, è diverso (ceppo B/Yamamata) rispetto a quello inserito nel vaccino trivalente (A: H1N1; A: H3N2; B: ceppo B/Victoria) e quindi non vi è stata copertura verso il ceppo B/Yamamata. Ci attendiamo, sulla base delle stime previste per l’Italia, oltre 5mila decessi per complicanze influenzali, prevalentemente nei soggetti anziani e affetti da altre patologie. Quest’anno l’influenza è più diffusa e severa degli anni scorsi, proprio perché la copertura vaccinale è stata più bassa».
E su questo si erano espressi nei giorni scorsi l’Oms Europa e la Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, le quali in una nota congiunta avevano denunciato un calo delle coperture vaccinali contro l’influenza tra i gruppi ad alto rischio, in grado di compromette la possibilità di proteggere la popolazione europee durante le epidemie stagionali. “La vaccinazione è la misura più efficace per prevenire le forme gravi e complicate di influenza”, si legge nel documento, è per questo che l’Oms Europa e l’Ecdc hanno ribadito l’importanza di raggiungere l’obiettivo minimo di copertura del 75%, specie per le categorie alle quali la vaccinazione è raccomandata (soggetti a rischio e anziani).
Numerose le ricadute che, come spiega il professor Giacometti, possono essere imputate al contagio di due differenti ceppi, che possono causare due episodi infettivi anche a distanza di tempo ravvicinato. «La terapia – sottolinea il professore – prevede il riposo a letto, idratazione e paracetamolo per la febbre e i dolori».
Ricordiamo che spesso il contagio avviene attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Quindi per limitare la diffusione dell’influenza è importante lavarsi spesso le mani. Fondamentale anche coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce, e se si è già stati contagiati è bene restare a casa. Su tutto il vaccino, che è lo strumento di elezione nella prevenzione delle malattie influenzali.