ANCONA – Fumo nero dalle navi, migliaia di mezzi in transito e puzza di smog. Un insopportabile odore di gasolio ogni giorno si diffonde dal porto al centro storico, ma da cinque anni non esistono sistemi di controllo sul livello dell’inquinamento, a parte la centralina collocata al parco della Cittadella e un laboratorio mobile recentemente posizionato alla Palombella. Così Italia Nostra (sezione Ancona) ha deciso di partecipare ad una autonoma rilevazione dell’inquinamento da NO2 (biossido di azoto) nell’area portuale, promossa da “Cittadini per l’Aria”, un’iniziativa che ha riguardato molti porti italiani.
Le rilevazioni sono durate 30 giorni, da metà giugno a metà luglio, in cinque punti della città: quattro lungo l’arco del porto (via Rupi XXIX settembre, stazione marittima, Capitaneria di porto, via Giovanni XXIII), uno di controllo presso la centralina della Cittadella. La rilevazione è stata effettuata mediante campionatori passivi forniti dalla società Gradko ltd del Regno Unito che poi ha fatto le analisi. In uno di questi punti, una finestra collocata sul porto con accesso da via Rupi XXIX settembre, i valori medi mensili hanno superato del 20% i valori massimi. Se il valore limite annuale per la protezione della salute umana è 40 µg/m3, dall’8 giugno all’8 luglio, i rilevatori hanno registrato 49,13 µg/m3. In un altro punto collocato sulle strutture della stazione marittima FFSS, i valori (38,06 µg/m3) si sono avvicinati, come media mensile, al limite ammesso dei 40 micro grammi per metro cubo. Le altre tre misurazioni dietro la Capitaneria di Porto, in via Giovanni XXIII e presso la centralina della Cittadella, hanno fornito valori medi mensili entro la norma.
«I dati di queste rilevazioni che, saranno trasmessi alla Procura, dimostrano che la città è fortemente inquinata – denuncia Maurizio Sebastiani, presidente Italia Nostra Marche – e un contributo importante è fornito dai fumi delle navi. I cittadini del centro storico lamentano la presenza di residui della combustione sui loro terrazzi, sulle loro finestre, in contemporanea alla sosta con motori accesi di navi e traghetti in porto. Le istituzioni non possono continuare a far finta di niente».
Sebastiani ricorda che «nel 2010 Ancona era la quinta città più inquinata di Italia, in particolare per le Pm10. Tre delle quattro centraline, posizionate in via Bocconi, al porto e a Torrette, superavano durante l’anno i 35 sforamenti dei limiti massimi. Nel 2013 grazie ad un intervento della Regione che ha tolto la gestione delle centraline alle Provincie e l’ha affidata all’Arpam, ad Ancona ne è rimasta sola una attiva, quella all’interno del parco della Cittadella, ben lontana dal porto. Da allora è calato il silenzio istituzionale sull’inquinamento di Ancona. Chiediamo quindi alle istituzioni che siano installate di nuovo le centraline di traffico ed industriali a Torrette, al porto e in via Bocconi, stazioni di monitoraggio rivolte a rilevare l’esposizione più elevata alla quale la popolazione può essere esposta, due per l’esposizione di traffico e la terza per l’esposizione alle emissioni portuali, e ciò in conformità a quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE».
Italia Nostra chiede anche «il trasferimento della centralina della Cittadella in zona che rappresenti in maniera più idonea la qualità dell’aria “di fondo” che respirano i cittadini. Dentro il parco della Cittadella non ci sono abitanti. Per appoggiare questa richiesta è possibile sottoscrivere da oggi una petizione sul sito Change.org». Inoltre l’associazione chiede che venga effettuata «un’indagine epidemiologica sulla diffusione nelle aree del porto e del centro urbano delle malattie acute e croniche degenerative, derivanti dalla inalazione di sostante atmosferiche inquinanti. È anche necessario che venga vietata la sosta a motori accesi delle navi mediante la presenza in banchina di sorgenti di energia elettrica o l’utilizzo dei catalizzatori SRC. E i controlli della Capitaneria di porto sulla qualità dell’olio combustibile utilizzato sulle navi già in avvicinamento alla costa devono essere intensificati. Ciò in attesa che sia istituita una area ECA (Emission Control Area) nel Mediterraneo, richiesta al Ministero dell’Ambiente, prima a Galletti ed oggi a Costa, da Cittadini per l’aria e da altre dodici associazioni tra le quali la federazione europea Transport & Enviroment».
Nel frattempo, Italia Nostra sta acquistando altre apparecchiature che permetteranno di verificare non solo al porto ma in tutta la città la presenza sia di NO2 che di Pm 10 e 2,5, altrettanto pericolose per la salute umana.
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