ANCONA- Una mozione per difendere gli insegnanti diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo entro l’anno 2001/2002. Il documento, presentato ieri (21 febbraio), porta la firma dei consiglieri regionali della Lega, Marzia Malaigia, Sandro Zaffiri e Luigi Zura Puntaroni. «La mozione impegna il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso tutte le sedi Istituzionali opportune affinché siano mantenuti i posti di lavoro per i docenti magistrali già di ruolo e venga tutelato il diritto di inserimento nelle graduatorie ad esaurimento (GaE), attraverso un’opportuna valutazione del servizio prestato, per tutti gli insegnanti abilitati con diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002» spiegano i consiglieri della Lega.
La sentenza del Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria dello scorso 20 dicembre 2017 ha stabilito in via definitiva che i diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo entro l’anno 2001-2002, circa 50mila maestri/e in tutta Italia, sono esclusi dalle Graduatorie ad Esaurimento, quelle dalle quali per scorrimento, è possibile accedere al ruolo. La sentenza afferma che il titolo dei docenti è abilitante ma non dà diritto a stare nella GaE. Chi è in possesso di diploma magistrale deve essere invece essere inserito nelle Graduatorie d’Istituto, quelle che vengono utilizzate per le supplenze annuali e temporanee. Negli ultimi anni, cinque sentenze del Consiglio di Stato avevano inserito i diplomati nelle GaE; ora invece la sentenza definitiva smentisce le decisioni precedenti. Nelle Marche, i maestri già immessi in ruolo che sarebbero a rischio posto di lavoro sono circa 1.500.
«Si tratta in larga parte di insegnanti che garantiscono da anni il funzionamento della scuola pubblica e che hanno acquisito competenze ed esperienze, oltre ad aver frequentato numerosi corsi di formazione- affermano i consiglieri-. Dall’applicazione della Sentenza scaturirebbe una sorta di licenziamento di massa i cui effetti si ripercuoterebbero anche sul diritto degli allievi alla continuità didattica. Il mondo della scuola dell’infanzia e primaria sta attraversando un momento di grande preoccupazione ed incertezza, la politica non può restare sorda. Chiediamo a gran voce che venga trovata, quanto prima, una soluzione a questa problematica che porterebbe effetti devastanti in una regione già fortemente colpita da una significativa crisi occupazionale, come la nostra».