Ancona-Osimo

Non è un mondo per introversi. Focus su questo aspetto della personalità, tra indole e modelli sociali

Il temperamento introverso comporta capacità e punti di forza poco riconosciuti dalla società in cui viviamo. L'approfondimento

Nella nostra cultura gli introversi non hanno vita facile. Il mondo è per il 60% estroverso, e gli estroversi si ritengono sani e ben adattati: se sei estroverso, sei ok. L’ambiente sociale esercita una continua pressione verso il modello estroverso, considerando gli introversi come inadeguati, chiusi, timidi e insicuri. L’introversione è vista come un tratto negativo della personalità, e gli stessi introversi finiscono per fare propria questa visione di sé stessi come individui difettosi, sbagliati, inferiori, sviluppando una forte autocritica. Poiché la nostra società, e in particolare la scuola, sono organizzate secondo il modello estroverso, esaltando al massimo le attività di gruppo e le interazioni sociali, i bambini introversi possono essere emarginati e discriminati, perché non rispondono al modello competitivo e pragmatico che domina in tutti i contesti di vita.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Molte delle difficoltà che gli introversi incontrano nella vita quotidiana, non dipendono tanto dall’introversione in sé, ma dal giudizio negativo che questa riceve costantemente dall’ambiente e che inevitabilmente instilla, giorno dopo giorno, quella chiusura che viene recriminata agli introversi. La società occidentale spinge a nascondere l’introversione e a forzarsi in ruoli non congeniali, perché costruiti su misura degli estroversi.

Inizialmente introdotto da Jung in “tipi psicologici”, il dualismo introversione/estroversione è sempre stato rilevato e confermato in psicologia da tutti gli studiosi e viene ritenuto  universale. Gli estroversi sono più proiettati verso il mondo esterno, da cui traggono stimoli e a cui cercano di adattarsi più possibile, sono portati all’azione e alla parola, mentre gli introversi sono più attratti dal proprio mondo interno, hanno una vita interiore molto attiva in cui percepiscono la propria identità, prediligono il pensiero e l’emozione. Per l’introverso, la sua vita è nella sua testa, dove trova un mondo ricco, interessante e vivace. Introverso ed estroverso sono due poli estremi e la maggior parte delle persone si colloca in qualche punto lungo il continuum, manifestando aspetti dell’uno e dell’altro polo, ma di solito uno prepondera sull’altro, quindi abbiamo persone tendenzialmente introverse e altre tendenzialmente estroverse.

Quali sono le caratteristiche di una persona introversa?
Generalmente, una gamma ampia di emozioni e una intensa affettività, un alto livello di empatia, un forte senso della giustizia, ideali di correttezza, vivace intelligenza, attitudine all’ascolto, tendenza a stabilire legami intensi con poche persone selezionate, orientamento alla riflessione e all’introspezione, predilezione per attività tranquille e solitarie, propensione ad attività intellettuali e creative, capacità di restare concentrati a lungo, preferenza per discussioni più approfondite piuttosto che per chiacchiere e gossip, tendenza a esprimersi meglio in forma scritta che a parole. Molti aspetti positivi, dunque, accanto ad altri che possono comportare difficoltà di adattamento: una tendenza eccessiva a interrogarsi e porsi problemi, difficoltà a interagire in contesti sociali allargati con un elevato numero di persone e carichi di stimoli. La tendenza a pensare e agire in modo più riflessivo e, conseguentemente, più lento, può essere una qualità positiva in termini di capacità di analisi e consapevolezza, e negativa in termini di efficienza in una cultura che esalta il risultato rapido.

Introversione significa timidezza?
Spesso viene fatta questa equivalenza, ma in realtà sono due concetti diversi e una persona introversa non è necessariamente anche timida. La timidezza è una caratteristica della personalità, di per sé non patologica, che comporta esitazione, prudenza e ritrosia, timore del giudizio degli altri e difficoltà ad esprimere le proprie opinioni; una persona timida vorrebbe, ad esempio, unirsi a un gruppo, ma si trattiene per vergogna o perché non sa come approcciarsi. La persona introversa non necessariamente prova paura del giudizio e se non si unisce a un gruppo numeroso non è perché vorrebbe farlo ma si vergogna, ma perché non è interessata a un contesto troppo carico di stimoli o è infastidita da eccessive sollecitazioni esterne. Quindi, la timidezza ha più a che fare con la paura del giudizio, mentre l’introversione riguarda il modo in cui rispondiamo alla stimolazione.

Introversione significa essere asociali?
Non è detto: alcuni introversi preferiscono restare nel proprio spazio vitale e nell’ambito della relazioni più strette, altri socializzano maggiormente, altri ancora si trovano più vicini al confine dell’ansia sociale, in quanto si sentono a disagio in mezzo ad altre persone. Di solito gli introversi non disdegnano di stare in compagnia, ma sono capaci di stare molto bene da soli e hanno bisogno di ricaricarsi in solitudine dopo un certo tempo passato con gli altri.

Da cosa dipende l’introversione?

L’origine è almeno per il 50% genetica, si presenta fin dalla nascita e non è modificabile. Si tratta quindi di un temperamento innato. Per Eysenck, gli introversi hanno un alto livello di attivazione interna, e pertanto evitano la stimolazione esterna per non arrivare a un eccesso di stimolazione, mentre il contrario accade agli estroversi. L’ambiente familiare e le esperienze di vita possono poi sommarsi alla componente genetica.

Estroversione ed introversione sono entrambe presenti in natura, anche negli animali, e sono entrambe funzionali alla sopravvivenza: gli introversi sono più prudenti e corrono meno pericoli, gli estroversi sono più spavaldi e si adattano meglio al nuovo. Per entrambi può essere utile un certo grado di flessibilità, assecondando e valorizzando la propria natura ma provando anche, in alcuni momenti, ad adottare comportamenti tipici del polo opposto e più lontani dalla propria zona di comfort.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
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