Nelle Marche 1 italiano su 4 è over 65 anni, e, secondo le ultime proiezioni, nel 2020 il 23% della popolazione italiana si troverà in questa fascia d’età. Sono questi i dati emersi nel corso del convegno tenutosi nel pomeriggio di ieri ad Ancona, alla Loggia dei Mercanti. L’incontro, patrocinato dall’Inrca, è stato promosso dall’associazione 50&Più, nata dalla Confcommercio di Ancona, per offrire servizi dedicati agli over 50, fra i quali attività fiscale, organizzazione di eventi, viaggi, convegni, concorsi e olimpiadi della terza età.
All’incontro hanno partecipato relatori di primo piano: la neurologa Marilena Capriotti, membro della Consulta regionale delle Marche per la Salute Mentale e Docente nella scuola di Psicoterapia Psicoanalitica SAPP di Roma, la Biologa Nutrizionista Francesca Raffaelli presidente di Biomedfood, e la dottoressa Flora D’Ambrosio, della medicina riabilitativa dell’Inrca.
Il presidente della sezione dorica di 50&Più, Enzo Chionne ha tracciato la storia dell’associazione, che a livello provinciale conta circa 5000 soci, e a livello nazione 330mila iscritti. Nato nel 1974, il sistema associativo promuove la valorizzazione del ruolo della persona anziana. Per questo motivo, insieme alla consigliera Maria Luisa Martinuzzi, hanno dato vita al convegno “come prevenire le sindromi demenziali per restare giovani” con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulle buone prassi per un invecchiamento sano.
«Scopo del convegno – ha spiegato Maria Luisa Martinuzzi, ideatrice e coordinatrice dell’evento – dare informazioni utili alla popolazione per cercare di mantenersi giovani, in modo da allontanare lo spettro della vecchiaia. Viviamo in una società in cui gli over 50, se mantengono certi regimi di vita, riescono a conservarsi giovani e a prolungare questo benessere per 10, 20 anni. Oggi un 70 enne vive come un 50 enne di diversi anni fa. Per questo vogliamo spronare le persone ad essere sempre più attive, per mantenersi giovani. Dobbiamo sempre pensare che ci siano meno ieri e più domani, mai credere di essere alla fine della vita».
Un messaggio positivo, quello lanciato dalla Martinuzzi, che è stato ripreso anche da Marilena Capriotti, secondo la quale «Dobbiamo ridare senso a tutte le età della nostra vita, dall’infanzia alla vecchiaia. Perché la vita è preziosa in ogni attimo dell’esistenza».
Una popolazione che invecchia, quella marchigiana e quella italiana più in generale, «sia perché nascono meno figli, sia perché si muore di meno», ha spiegato Capriotti. Il segmento della popolazione che si espande di più è quello degli ultraottantenni, dove il rapporto donna-uomo è di 2 a 1. Donne più longeve, dunque, ma anche con più problemi di salute. Infatti, come ha sottolineato la neurologa, gli uomini si conservano più lucidi e meno depressi rispetto alle donne della loro età, e restano anche autosufficienti più a lungo.
Tra le prime cinque cause di disabilità nel mondo, la cardiopatia ischemica, la depressione maggiore, gli incidenti stradali, la malattia cerebrovascolare e l’ostruzione polmonare. Nella popolazione anziana, come ha spiegato la neurologa, è frequente il ricorso a calmanti e sonniferi, «le donne sono le maggiori consumatrici di benzodiazepine», calmanti che assumono per i disturbi del sonno, «ma dietro questi problemi si nascondono spesso depressioni, ansia o alcoolismo» che vanno trattate. Psicofarmaci, che per il loro effetto rilassante possono causare mancanza di coordinamento, responsabile di cadute e lesioni negli anziani. In crescita tra gli anziani, il consumo di alcool, che provoca una maggiore incidenza di demenze su base alcoolica. Tra le più diffuse, la demenza di tipo Alzheimer, la multi-infartuale, la frontotemporale e la aterosclerotica. Ma anche altre patologie possono essere responsabili di demenza apparente. Tra queste, depressione, delirium, tumori cerebrali, demenze vascolari, ematoma subdurale, patologie infiammatorie, infezioni, demenze tossico-metaboliche, reazioni avverse da farmaci e perdita di udito. Ipertensione, colesterolo e diabete, sono i killer silenziosi degli anziani, che provocano non solo demenze ma anche altre patologie.
Una patologia, quella della demenza, che è in costante aumento presso la popolazione, a causa dell’incremento del numero degli anziani. Secondo alcune proiezioni dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi di demenza potrebbero triplicarsi nei prossimi 30 anni nei paesi occidentali.
Ma cos’è la demenza? La neurologa Capriotti, l’ha definita come «una perdita di funzioni cognitive che causa disturbi del pensiero, della percezione, dell’affettività, delle funzioni vegetative e del comportamento».
Secondo il Rapporto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dell’ADI (Alzheimer Disease International) la demenza si configura come una priorità mondiale per la salute pubblica. Nella nota si legge infatti che “la stima dei costi è di 604 mld di dollari all’anno con incremento progressivo e continua sfida per i sistemi sanitari. Tutti i Paesi devono includere le demenze nei loro programmi di salute pubblica; a livello internazionale, nazionale regionale e locale sono necessari programmi e coordinamento su più livelli e tra tutte le parti interessate.”
Una patologia nella quale la prevenzione gioca un ruolo fondamentale.
Prevenzione che si attua, come ha sottolineato Marilena Capriotti «rimanendo attivi, curiosi, conducendo una vita sociale ricca e un’esistenza appagante anche dal punto di vista sessuale, e abbandonando i sentimenti negativi. Uno stato d’animo sereno attiva infatti la neurogenesi», ossia la formazione di nuovi neuroni. Le scoperte sulla neurogenesi, dimostrano che «se si è sereni, si fa attività motoria, si mangia sano e non si assumono sostanze – ha sottolineato Capriotti – ogni giorno il cervello produce 1400 nuovi neuroni, 700 per ogni Ippocampo, che è la cassaforte della nostra memoria consapevole».
Al bando gli stress negativi, dunque, che come precisa la neurologa, «aumentano il livello di cortisolo nel sangue, bloccando la produzione di neuroni nuovi e riducendo il volume cerebrale dell’ippocampo, con progressiva perdita di memoria, attenzione, concentrazione, capacità di iniziativa, e passione per le piccole cose che prima si amavano fare. Neurogenesi che viene bloccata anche dal consumo di alcool e dall’uso di cocaina». Perdita di neuroni che può essere causata anche da una depressione non curata tempestivamente, e che può condurre in anticipo alla demenza. «Per vivere giovani – ha concluso la Capriotti – occorre recuperare sentimenti positivi e vincere la rabbia, che causa l’attivazione dell’amigdala», con liberazione di noradrenalina dall’azione vasocostrittrice, provocante ictus e infarti. «La terza età ha un grande ruolo, quello di rappresentare un modello per i giovani e di testimoniare loro, con i propri comportamenti, di vivere con dignità».
Ma un sano invecchiamento passa anche attraverso una sana alimentazione. «Durante l’invecchiamento – ha spiegato la biologa nutrizionista Francesca Raffaelli – si verificano tutta una serie di cambiamenti corporei fisiologici, tra i quali la diminuzione della massa muscolare e un concomitante aumento del tessuto adiposo, che portano all’abbassamento del metabolismo basale e quindi ad un minor dispendio energetico. Condizioni che possono condurre alla malnutrizione oppure all’obesità».
Le linee guida per una sana alimentazione, prevedono di adottare la «dieta mediterranea – ha sottolineato Raffaelli – é importante consumare cereali integrali, fibra, frutta e verdura, in modo da combattere la stitichezza, a cui gli anziani sono soggetti. Moderare sale, zucchero e farine raffinate per evitare l’insorgenza del diabete».
Fondamentale anche bere la giusta quantità di acqua: «2 litri per le donne e due litri e mezzo per gli uomini, per scongiurare la disidratazione». Francesca Raffaelli, ha poi fornito consigli per una spesa consapevole: come scegliere i cibi ed evitare di farsi ingannare dalle pubblicità. «Importante in questo senso – ha concluso – leggere la lista degli ingredienti, che si trova nel retro delle confezioni. Questo permette di verificare la corrispondenza con quanto dichiarato sul prodotto». Infatti, come ha spiegato la nutrizionista, spesso alcuni cibi vengono pubblicizzati come privi di zucchero, ma poi andando a leggere la lista degli ingredienti si scopre che sono ricchi di edulcoranti.
Nella prevenzione delle demenze anche il movimento gioca un ruolo essenziale. Camminare ogni giorno è d’obbligo, riduce l’osteoporosi, l’insorgenza di ictus e infarti, migliora la circolazione, e innalza il tono dell’umore. «Una delle attività fisiche migliori è l’aerobica», ha spiegato Flora D’Ambrosio, quindi via libera a camminata, corsa leggera, bicicletta e nuoto. Per l’attività mentale, parole crociate e sudoku, sono tra le più indicate per mantenere in salute il cervello. «Fondamentale anche partecipare alla vita sociale e alle attività culturali».