Ancona-Osimo

Investimento agli Archi di Ancona, il ricordo di un operatore della Mensa di Padre Guido: «Era un ragazzo tranquillo, veniva quasi tutti i giorni»

Alla mensa del povero di Ancona ricordano il 23enne somalo travolto questa mattina agli Archi da una autocisterna. Il giovane da un paio di mesi si recava quasi ogni giorno alla mensa dove consumava pasti con alcuni connazionali

Da sinistra una volontaria e Suor Settimia (immagine di repertorio)

ANCONA – «Veniva da noi da poco, da un paio di mesi: era un ragazzo tranquillo, non creava problemi». Thomas, 32enne operatore della Mensa di Padre Guido, ricorda Abdi Hamed Mustafe, il 23enne somalo morto questa mattina ad Ancona, travolto da una autocisterna in via Marconi, agli Archi.

Il giovane aveva tra i documenti con cui è stato identificato anche la tessera della Caritas. «Veniva a pranzo quasi tutti i giorni – spiega – lo vedevo consumare il pasto seduto con altri suoi connazionali seduti sui pianerottoli nel vicolo qui di fronte».

L’operatore della Mensa di Padre Guido, in centro ad Ancona, ricorda che il giovane somalo «era un ragazzo riservato, come anche gli altri che vivono in strada». «Non era mai da solo», aggiunge, «i somali sono molto soldali fra loro, sono una comunità». «Ci ha avvisato della sua morte, oggi a pranzo, un ragazzo somalo come lui che lo conosceva» conclude l’operatore.

Suor Settima, che gestisce la mensa del povero ad Ancona, spiega che «negli ultimi due anni, con la pandemia, c’è stata una ondata di somali» che si sono riversati alla mensa per chiedere un pasto. Questi profughi rappresentano la fetta più rilevante di utenti della Mensa di Padre Guido subito dietro ai Pakistani che in questa fase sono la quota più importante di persone che chiedono un pasto caldo, una quota «cresciuta moltissimo nell’ultima settimana, tanto che quasi ogni giorno vediamo un gruppo nuovo».

La Mensa di Padre Guido sta continuando a crescere nei numeri. «Oggi abbiamo servito 175 pasti, ieri 185» dice Suo Settimia, numeri inimmaginabili solo un mese fa quando erano al massimo 150. Un servizio importantissimo che si regge sulla solidarietà delle persone.

Oltre a pakistani e somali, il resto delle persone bisognose, che si rivolgono alla mensa, sono italiani, latino-americani, alcuni ucraini, rumeni e polacchi.