Ancona-Osimo

Invia per posta due cartucce. Cacciatore condannato per minaccia aggravata

La vicenda trae origine da una disputa tra cacciatori che si trovavano in disaccordo sull’assegnazione delle zone di competenza dove esercitare la caccia

I due bossoli
I due bossoli

ANCONA – Si è concluso con una condanna il procedimento penale istruito presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Ancona contro un cacciatore 70enne. L’uomo si era reso responsabile del reato di minaccia aggravata inviando in una lettera, ad un altro cacciatore, anche due cartucce. Inoltre era stato denunciato per omessa segnalazione circa l’inesatta residenza dove risultavano detenute le armi in suo possesso.

I fatti
La vicenda nasce da una disputa tra cacciatori sull’assegnazione delle zone di competenza per esercitare la caccia, nel territorio della provincia di Ancona.

I due bossoli inviati ad un cacciatore per posta
I due bossoli inviati ad un cacciatore per posta

La vittima, il presidente di un’associazione incaricato di assegnare le zone, si è presentato presso gli uffici della Questura di Ancona per denunciare di aver ricevuto presso la propria abitazione una busta chiusa contenente una lettera minatoria accompagnata da due cartucce di fucile Winchester Calibro 30-06, di cui una già sparata.

Nella missiva l’uomo veniva minacciato di morte per la gestione riguardante la ripartizione territoriale di caccia con frasi del tipo “Egr. Presidente le mandiamo un regalo per la sua gestione dell’Associazione xxx Farai la fine del Solengo !!…. A presto …”.

I poliziotti della Squadra Mobile dorica, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, hanno iniziato una capillare attività di indagine. A seguito poi della perizia balistica effettuata dagli specialisti del locale Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica sono state ricercate in ambito provinciale, tutte le armi che potevano corrispondere ai requisiti balistici riscontrati.

In tutto sono state effettuate dalla Squadra Mobile ventidue perquisizioni domiciliari, prevalentemente in abitazioni e locali a disposizione di cacciatori che, in qualche modo, si trovavano “vicini” alla vittima (una perquisizione è stata effettuata in altra provincia).
A seguito dei controlli, la Polizia ha sequestrato quasi trenta fucili tutti sottoposti a minuziosi accertamenti di comparazione balistica.

Al termine dell’indagine di polizia giudiziaria, durata circa otto mesi, gli investigatori della Squadra Mobile di Ancona hanno individuato e denunciato il responsabile delle minacce aggravate a mezzo di scritto anonimo contenente i bossoli di arma da fuoco. L’uomo, infatti, sottoposto a perquisizione domiciliare come gli altri cacciatori, è stato trovato in possesso del fucile che, analizzato nel laboratorio di balistica, risultava essere lo stesso che aveva sparato la cartuccia rinvenuta nella missiva. Inoltre, la stessa arma, non risultava dichiarata nel luogo di rinvenimento, comportando ciò, un’ulteriore segnalazione alla competente Autorità.

Oltra alla condanna inflitta, il responsabile del reato verrà privato della licenza di caccia in suo possesso, essendo venuti meno i requisiti di specchiata moralità previsti dalla legge italiana.