ANCONA – L’Italia riparte. A certificarlo è l’Istat. Ad aprile, quinto mese consecutivo di crescita, il livello dell’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana supera i livelli prepandemici di febbraio 2020. Il rialzo sul mese è dell’1,8%, dal +0,3% (rivisto da -0,1%) di marzo.
«I dati Istat – osserva Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche – confermano i segnali positivi che stiamo registrando anche come Confindustria: il Paese è ripartito e la fiducia degli imprenditori manifatturieri in maggio è salita ai massimi dall’autunno del 2017, sostenuta da una ripresa della domanda anche più rapida del previsto. Persistono alcune preoccupazioni, secondo i direttori degli acquisti, sulle materie prime: blocchi di fornitura in alcuni comparti, carenza di materiali e problemi di natura logistica, fattori che hanno portato a un aumento dei prezzi d’acquisto. Ci sono però molte ragioni per essere ottimisti sulle prospettive dell’economia, soprattutto in base ai programmi previsti nel PNRR».
Per quanto riguarda le Marche, evidenzia ancora Schiavoni, «si conferma la tendenza positiva che si riscontra nel Paese, anche se rimangono alcune zone d’ombra: mi riferisco in particolare ad alcuni settori che vengono da lunghe crisi da cui stentano ancora a riprendersi, ad esempio il settore della moda e delle calzature, come anche assistiamo a performance differenziate sia a livello di territori che di singole aziende. Rimane sempre, anche nelle Marche, l’obiettivo che la campagna vaccinale continui in maniera efficiente e che la crisi sanitaria vada gradualmente verso una soluzione definitiva».
Nei primi tre mesi del 2021 anche le esportazioni italiane hanno registrato un incremento del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Nelle Marche, le vendite all’estero sono risultate in aumento del 3,3% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, risultato più modesto rispetto sia alla media nazionale sia, soprattutto, a quella delle regioni del Centro (+9,9%). Il peso dell’export della regione sul totale nazionale è rimasto stabile al 2,4% e la crescita ha riguardato sia le vendite verso i Paesi Ue (+1%) sia quelle verso i Paesi extra Ue (+6,9%).
«Finalmente registriamo qualche segnale di ripresa, anche se c’è ancora tanta strada da fare per recuperare i livelli di vendite all’estero pre-pandemia – ha commentato il presidente Schiavoni – Secondo le più recenti stime la ripresa andrà consolidandosi, riportando le importazioni delle diverse aree geografiche sui livelli di prima dell’emergenza sanitaria. Il recupero di domanda atteso in molti mercati già per il 2021, tuttavia, non si tradurrà in un ritorno al passato perché la crisi del 2020 ha profondamente modificato i fattori competitivi che favoriscono il successo delle imprese sui mercati internazionali. Dobbiamo quindi essere pronti ad afferrare le opportunità che si presenteranno nei prossimi mesi intensificando le azioni di affiancamento e supporto delle nostre imprese nei loro processi di internazionalizzazione».
Scendendo nel dettaglio dei dati, hanno contribuito alla crescita delle esportazioni regionali i principali settori di specializzazione dell’export regionale fatta eccezione per gli articoli farmaceutici, che hanno registrato una contrazione del 38%, e per i comparti del sistema moda: pelli e calzature -13,7%, prodotti tessili -10,6% e abbigliamento -2,4%. In aumento le vendite all’estero di macchinari ed apparecchi (+25,9%), apparecchi elettrici (+24,9%), metalli e prodotti in metallo (+19,8%), computer e apparecchi elettronici (+5,7%), autoveicoli (+3,2%), altri mezzi di trasporto (+281,3%), mobili (+12,4%), alimentari (+9,6%), legno (+25,6%), carta e prodotti di carta (+6%) sostanze e prodotti chimici (+40%).
A livello provinciale si registra la flessione delle esportazioni di Ascoli Piceno (-25,1%) influenzata in particolare dall’andamento dei prodotti farmaceutici e di Fermo (-12,5%) influenzata da quello degli articoli in pelle e calzature. Crescono leggermente le esportazioni di Macerata (+2,2%); più sostenuta la crescita nelle province di Ancona (+21%) e Pesaro Urbino (+21,2%), grazie anche alla performance molto positiva del settore navalmeccanico.