ANCONA – Parcheggio sì o parcheggio no? Dopo la bocciatura del park San Martino, si muovono Italia Nostra Ancona, Club Alpino Italiano sez. Ancona, Comitato Porto Storico Ancona, Associazione Culturale Ankon nostra, Circolo naturalistico “il Pungitopo” di Legambiente Ancona, Associazione No fumi ODV, APS Portonovo per tutti, Comitato Mezzavalle libera, Salviamo il Paesaggio, WWF Marche, Fiab Ancona Conero. Tutti insieme, fanno sapere in una nota: «Il termine delle festività natalizie abbia acceso nella città un dibattito surreale sulla mancanza di parcheggi nel centro città e sul parcheggio San Martino, progettato dalla giunta Mancinelli e bocciato dalla giunta Silvetti per i costi eccessivi. Siamo stati da sempre contrari al parcheggio San Martino in quanto avrebbe rappresentato un’ulteriore attrazione di traffico privato in centro e quindi ci riteniamo soddisfatti della scelta anche se le motivazioni che la sorreggono non vanno nella direzione auspicata».
E ancora: «La bocciatura del parcheggio si accompagna, nell’idea della giunta, ad una ricerca di altre aree, meno costose forse ma ugualmente in pieno centro per circa 300 posti auto, che considerate le rotazioni dovrebbero equivalere a 1000 auto in più. Con ipotesi come quella di poter rialzare un nuovo piano del parcheggio sopra piazza Pertini o all’ex Savoia, ossia nel cuore dell’ingorgo giornaliero delle auto in entrata ed uscita, o, dulcis in fundo, al Nautico in piena zona archeologica».
«Non ci meraviglieremmo – sottolineano le associazioni ambientaliste – che possa rispuntare l’idea di un parcheggio sotto Piazza Cavour e avremmo completato l’opera. In tutto questo dibattito, sia da parte dei politici che delle categorie produttive, la parola inquinamento non ci sembra sia stata mai pronunciata. In una città dove l’inquinamento atmosferico deriva per una parte rilevante anche dal traffico delle auto private, e il Pia testimonia la gravità della situazione, l’ipotesi di nuovi parcheggi, in numero ben maggiore del parcheggio San Martino, è anacronistica e pericolosa per la salute dei cittadini».
«Le proposte avanzate dalla maggioranza delle associazioni ambientaliste ai candidati, e sottoscritte dal candidato sindaco Silvetti, sono ben diverse: attivare la metropolitana di superficie, aumentare delle zone a traffico limitato riservate ai soli residenti, diminuzione del traffico privato in centro con maggiore utilizzo del mezzo pubblico green ed aree di rispetto nelle vicinanze delle scuole (ad esempio moderazione della velocità del traffico veicolare a 30 km/h)».
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«Quindi, preso atto che quelle del sindaco sono solo supposizioni come da egli affermato, ci attendiamo ben altre iniziative sul problema della mobilità: iniziare i lavori della metropolitana di superficie con la riapertura della stazione ferroviaria marittima, ampliare l’area a Ztl magari a tutto il centro cittadino e senz’altro nei giorni festivi, iniziare a ridurre la velocità vicino ai plessi scolastici e nei punti più centrali della città, nei quali dovrebbe essere favorita la fruibilità di pedoni e ciclisti, creare collegamenti frequenti e veloci tra i parcheggi scambiatori e il centro tramite il mezzo pubblico, così come è urgente e necessaria una rete ciclabile degna di questo nome, partendo dalla riattivazione della pista da via Marconi a piazza Kennedy, che certo potrebbe essere migliorata ma non di certo cancellata».
La proposta? «Un’idea di città che respira, attrattiva per le sue bellezze e per la qualità dei servizi, commercio incluso, e non per le auto posteggiate ovunque, e perennemente in cerca di un luogo ove sostare. Un’idea in linea con il Pums, che la nuova giunta vuole rivedere ma che, per definizione – poiché è il Piano di mobilità sostenibile – ha come obbiettivo la riduzione della cosiddetta mobilità insostenibile, ossia l’uso delle auto private: nelle bozze di 2 anni fa, l’obbiettivo, forse sin troppo prudente, era di ridurre del 10-12 % le auto. Bisogna andare oltre – tuona l’associazione – Bisogna, soprattutto, copiare da esperienze di città a noi vicine, come ad esempio Bologna e molte altre città italiane ed europee che stanno iniziando a ripensarsi, mettendo al centro le persone e non le automobili. Sembrano considerazioni ovvie, di un percorso oramai condivisibile da tutti. Invece, ci sembra che ad Ancona le lancette dell’orologio del tempo, con le supposizioni più varie, continuino a tornare pericolosamente indietro. A scapito della salute dei cittadini e, crediamo, anche del futuro vivibile per la nostra città».