Ancona-Osimo

A tutto jazz, Rossana Casale all’anfiteatro romano: ecco perché è legatissima ad Ancona

L'artista ha vissuto a lungo in città, sul Conero. «Sono contenta di essere fuori dal contemporaneo e da ciò che funziona ora. Altrimenti, finiremmo per ascoltare tutti Annalisa»

Rossana Casale

ANCONA – Dopo Sergio Cammariere, all’anfiteatro romano di Ancona arriva Rossana Casale, una delle più popolari e celebri jazziste del panorama italiano. L’appuntamento, in occasione dell’Ancona Jazz Summer Festival, è per domani (19 luglio), alle 21.30. Biglietti disponibili sul circuito VivaTicket o alla Casa Musicale di Corso Stamira 68. Con lei, sul palco, saliranno anche Carlo Atti, sax tenore, Luigi Bonafede, pianoforte, Alessandro Maiorino, contrabbasso ed Enzo Zirilli, alla batteria.

Un gradito ritorno ad Ancona, per l’artista che ha un forte legame con la città, dato che è stata unita a lungo al compagno, originario proprio del capoluogo marchigiano, Maurizio Fiorini, storico volto dell’hotel Emilia. Il concerto di domani sarà l’occasione per presentare il nuovissimo disco Almost Blue, interamente dedicato al colore blu, a ciò che ha significato per il jazz nel profondo, a tutti quei brani che ne hanno richiamato parola e valore di sentimento.

«Qualche mese fa, mentre facevo una lunga passeggiata sul mare, in una giornata di quelle dove non sai dire come stai veramente – ha più volte raccontato lei –, osservando l’incontro netto tra acqua e cielo, mi sono ritrovata a cantare tra me e me il brano Blue Skies di Irvin Berlin e di conseguenza a scorrere con la mente tutti i brani jazz che all’interno del loro titolo o testo nominassero la parola blue. Dalle ballads più malinconiche come Little Girl Blue, che cantava Nina Simone nel suo primissimo album del ’59, a Am I Blue, portata al successo da Ethel Waters, a Almost Blue di Elvis Costello cantata dalla voce di velluto di Chet Baker, Blue in Green, brano mistico di Miles Davis, ai brani più carnali e astratti come Afro Blue di Coltrane o divertenti come Blue Rondo a la Turk di Dave Brubeck che anche Al Jarreau ha portato a successo negli anni ’80 giocando sul testo stesso. Me ne sono venuti in mente tantissimi – prosegue –. Così mi è nata l’idea di creare un lavoro interamente volto a sviscerare quella parola così giustamente rivolta al jazz e al musicista che la libera dalle sue prigioni che la vogliono solo triste. Non è solo così».

Rossana Casale – che fino al 2002, quando è morto il suo compagno (da cui ha avuto un figlio, Sebastiano), ha vissuto ad Ancona, sul Conero – ha scelto i brani che il jazz ha dedicato a “The color of colors”, come lo definiva Miles Davis, creando il suo nuovo progetto in-jazz, aggiungendo l’inedito Shades of Blue, scritto a quattro mani con il musicista Luigi Bonafede. Questo progetto rappresenta un ritorno al jazz più puro per la Casale, dopo diversi anni (Jazz in Me 1994, Billie Holiday in Me 2004), sebbene il jazz abbia sempre fatto da casa ai suoi album dedicati (Jaques Brel in Me 1999, Strani Frutti 2000, Il Signor G e l’Amore 2013, Round Christmas 2016, JONI 2022).

La Baia di Portonovo

Casale, che ha iniziato come corista di Mina, Mia Martini e Loredana Bertè, è tra le più sensibili e raffinate cantanti che il mondo della musica popolare abbia espresso. La sua rarità si contraddistingue per un’anima aperta al jazz che le ha permesso di indagare, e piegare nel proprio mondo, repertori e personaggi forse solo in apparenza lontani, come Billie Holiday, per esempio, o Duke Ellington.

Casale ha partecipato a cinque Sanremo: «Se ritornerei? Beh – dice – al Festival non si dice mai di no, è un circo pazzesco, una giostra che gira a una velocità incredibile. Ma ci andrei solo se avessi qualcosa di importante. Sanremo e la musica sono cambiati, non saprei cosa proporre. Io sono blu e il Festival, oggi, è lontano da me. Sono contenta di essere fuori dal contemporaneo e da ciò che funziona ora. Altrimenti, finiremmo per ascoltare tutti Annalisa. Che avrà pure una voce spettacolare, ma poi non ci sarebbe nient’altro».

Al suo fianco, domani, a sottolineare la forza jazzistica del progetto, potremo ascoltare musicisti di grande valore, come il sassofonista Carlo Atti e il pianista (ma anche batterista) Luigi Bonafede (a lungo entrambi presenti nelle rassegne di Ancona Jazz degli anni ’80), nonché ritmi di notevole esperienza come il bassista Alessandro Maiorino e il batterista Enzo Zirilli, tra i migliori e affidabili sulla scena nazionale. Accanto a loro Rossana potrà liberare al meglio tutta la sua espressività e il suo enorme potenziale di coinvolgimento, rendendo brani che hanno fatto la storia sempre più attuali, e di sicuro meno tristi di quanto possano significare.

© riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare