ANCONA – Cinquecentocinquantotto reperti archeologici recuperati dei quali 157 interi e 401 in frammenti, oltre a 480 beni antiquariali, archivistici e librari. È il bilancio dell’attività svolta nel 2018 dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona (Tpc) che ha competenza sulle regioni Marche e Abruzzo, in collaborazione con le stazioni locali presenti sul territorio. Questa mattina è stato illustrato ad Ancona.
Tra i beni rubati e recuperati dai militari dell’Arma anche 4 reperti paleontologici e 5 opere d’arte contraffatte. Un’attività investigativa capillare, quella dei carabinieri di Ancona, che ha portato all’arresto di 10 persone e alla denuncia di 135 soggetti dei quali 32 per reati a danno del paesaggio. Nell’ambito delle loro indagini, i militari dell’Arma si sono avvalsi della Banca Dati dei beni illecitamente sottratti, la più grande banca dati sulle opere d’arte rubate al mondo, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Nell’ambito dell’attività preventiva e di controllo nel 2018 sono state 12 le verifiche effettuate dai militari all’interno di musei, biblioteche e archivi: controlli cresciuti del 140% rispetto all’anno precedente. Quarantadue le verifiche nelle aree archeologiche (+2,4%), 80 quelle nelle aree paesaggistiche (+95,1%), 166 nei negozi di antiquariato (+538,5%) e 48 nei mercati e nelle fiere di antiquariato (+182,4%).
Per quanto riguarda l’attività repressiva, il valore complessivo delle opere recuperate è di oltre mezzo milione di euro. Crescono i furti nei luoghi di culto, che passano daI 4 del 2017 aI 18 del 2018, mentre in Abruzzo salgono da 2 a 11.
Tra i recuperi più significativi, anche un olio su tela ovale raffigurante “l’Annunciazione”, rubato nel 2001 in Provincia di Mantova e un altro olio su tela raffigurante “L’Adorazione dei Magi” sottratto nel 1993 a Treia. Le opere sono state ritrovate in seguito ad un’azione investigativa capillare svolta tra Jesi, Falconara, San Severino Marche e Matelica all’interno di abitazioni private. Nove i dipinti complessivamente recuperati, tutti di pregevole fattura e di autori ignoti databili tra il 17mo e il 18mo secolo, sottratti in diverse città italiane, tra il 1988 e il 2001. I dipinti sono stati rinvenuti nelle abitazioni di collezionisti marchigiani. Oltre 120mila euro il valore dei beni ritrovati grazie all’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona in seguito alla quale sono state denunciate 6 persone per ricettazione.
Ad Urbino i militari dell’Arma hanno rinvenuto tre sinopie del ciclo di affreschi presenti nella Chiesa della Misericordia di Castelferretti, datate tra la metà e la fine del 16esimo secolo.
I beni, sequestrati il 22 ottobre scorso nell’abitazione di un restauratore urbinate, erano stati rubati negli anni ’70 dalla chiesa di proprietà comunale, anche se il furto non era stato denunciato. Tuttavia, grazie all’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro il furto è venuto alla luce.
Di grande rilievo l’“Operazione pellegrinaggio criminale“ che si è snodata tra Ancona e il territorio nazionale, portando all’arresto degli autori di numerosi furti messi a segno all’interno di chiese delle Marche e dell’Emilia Romagna. Un’attività coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona e condotta dai carabinieri del Nucleo TPC e del Comando Provinciale di Ancona.
L’indagine era partita da Senigallia con il furto di opere in alcune chiese, al quale era seguito anche un altro colpo in una chiesa di Castelfidardo. Fortunatamente però i militari dell’Arma sono riusciti ad avvalersi anche delle immagini degli autori del furto che si fingevano fedeli in preghiera, ma che, una volta rimasti soli, facevano man bassa di calici, pissidi, corone in metallo pregiato e di altri beni.
I due criminali, entrambi originari di Catania ma residenti in Emilia Romagna, non sono però sfuggiti ai carabinieri che li hanno identificati e arrestati anche grazie al supporto della Polizia Scientifica della Questura di Ancona che ha eseguito una serie di comparazioni fisiognomiche.
I due ladri per non farsi scoprire, appena commesso il furto, erano soliti rompere gli oggetti sacri rubati per poi rivenderli ai compro oro romagnoli. Nel corso delle perquisizioni domiciliari eseguite nelle abitazioni dei due soggetti, i carabinieri hanno trovato refurtiva sottratta da alcune chiese delle Marche, dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna.
Tutti i beni recuperati sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Una decina i furti messi a segno dai due ladri catanesi, perpetrati tra le province di Chieti, Macerata, Ancona e Bologna, anche se i carabinieri hanno scoperto che i due hanno visitato altri luoghi in Toscana, Lombardia e Piemonte e non escludono che anche qui possano avere messo a segno i loro colpi.