ANCONA – Tre anni e sei mesi per stalking aggravato su una 24enne, dopo l’uccisione della moglie avvenuta anni prima e per la quale aveva già scontato 8 anni di carcere. Condanna bis per Jurgen Mazzoni, l’uxoricida 42enne di Senigallia che strangolò Maria Federica Gambardella nel 2002. L’uomo era stato arrestato nel novembre scorso dalla squadra mobile dorica dopo aver perseguitato per oltre un anno una giovane della provincia. La sentenza di primo grado del giudice Elisa Matricardi è arrivata oggi pomeriggio, dopo aver ascoltato in aula gli ultimi testi della difesa e lo stesso Mazzoni per il quale il pm Ruggiero Dicuonzo aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Lo stesso pm, nel corso della requisitoria odierna, ha paragonato Mazzoni a Psyco di Alfred Hitchcock, uno dei film più famosi del maestro del brivido, definendo la sua personalità complessa e in grado di influenzare fortemente le persone con cui entra in contatto. Una persona anche pronta ad uccidere di nuovo, sempre stando alla pubblica accusa. Per questo Dicuonzo aveva chiesto una condanna a sei anni contestando la recidiva relativa al precedente omicidio della moglie. Il giudice lo ha condannato a tre anni e sei mesi.
Nel corso dell’udienza è emerso che Mazzoni, difeso dall’avvocato Andrea Natalini, sottoposto ad intercettazioni ambientali, quando era ancora solo indagato per lo stalking aggravato, parlava da solo in auto con riferimenti omicidi nei confronti della 24enne. In una occasione avrebbe detto: «Ti taglio la testa e te la metto in una busta» e ancora «Se pensi che ti lascerò in pace, gli errori si pagano». Elementi che proverebbero che era pronto ad uccidere di nuovo. Davanti al giudice però Mazzoni oggi ha aperto il suo cuore raccontando che era solo molto innamorato della 24enne e mostrandosi dispiaciuto e pentito per gli eventi e spiegando di essersi comportato così solo perché lei non lo voleva più. La ragazza, che aveva già testimoniato a metà aprile protetta da un paravento, era in tribunale, seduta tra il pubblico. La tesi difensiva del 42enne è stata sempre quella che tra i due c’era una storia sentimentale anche se la 24enne ha sempre parlato di sola amicizia. I due si erano conosciuti nel 2015 tramite amicizie in comune ma solo successivamente la 24enne aveva saputo il passato di Mazzoni continuando comunque l’amicizia. Per oltre un anno lui avrebbe perseguitato la ragazza, arrivando ad incendiare le auto dei familiari (i danneggiamenti non sono stati contestati in questo processo) e spedendo a casa loro lettere con minacce di morte. In una missiva c’erano anche dei proiettili. «Ti mangio il cuore», le avrebbe scritto nei vari messaggi che le inviava anche tramite i social network, e ancora «Ti do fuoco alla macchina con te dentro».
L’uomo, che nel 2002 era stato condannato a 14 anni, era uscito nel 2010 per buona condotta, dopo soli 8 anni di carcere. Dal 13 agosto 2017 era ai domiciliari, sempre per stalking nei confronti della 24enne. Poi l’arresto a novembre. In casa sua la polizia trovò diverse armi da collezione e un cappio. Inizialmente la giovane non aveva capito che chi la perseguitava fosse Mazzoni. La 24enne si è costituita parte civile con gli avvocati Ruggero Tomasi e Mary Basconi. Con la condanna di oggi il giudice ha stabilito anche il pignoramento, immediatamente esecutivo, dell’auto di Mazzoni, lo stipendio e il Tfr. Il 42enne è stato condannato a 30mila euro di risarcimento per la giovane e a 10mila euro di risarcimento per ciascun genitore di lei. Le motivazioni della sentenza usciranno tra 40 giorni. La difesa ha già annunciato il ricorso in appello.