ANCONA – Conero Kayak da mare, ecco l’ottavo raduno nazionale. Appassionati e professionisti si sono dati appuntamento per un weekend alla scoperta della città passando dal mare. Niente gommone né barche a vela: si sceglie il kayak per una traversata mozzafiato.
Ad organizzare l’iniziativa, giunta al suo ottavo anno, è stato Umberto Capriotti, originario di Grottamare, vicino San Benedetto del Tronto. È lì che Capriotti – che fa parte di Sottocosta, federazione italiana che da sempre promuove kayak da mare in Italia e nel mondo – insegna questa disciplina.
«Si tratta di uno sport che – dice Capriotti – è altamente ecologico e adatto a tutti, si muove poca acqua ed è silenzioso. Arriviamo nei punti più impervi, là dove con il gommone, ad esempio, non si potrebbe arrivare. Siamo agili e veloci».
Circa quaranta i partecipanti che hanno pagaiato da Portonovo al Passetto (ieri, 25 maggio) e da Portonovo a Numana (oggi, 26 maggio). La partenza è sempre dal camping La Torre di Portonovo per poi arrivare, per l’appunto, nel cuore della Riviera del Conero. Quindi, pranzo e ritorno.
Ieri, come dicevamo, sosta d’obbligo alle coloratissime grotte del Passetto: «Siamo partiti alle 10 e siamo arrivati verso le 13. Sono ormai dieci anni che portiamo avanti questa iniziativa ad Ancona. Solo il Covid ci ha fermati – spiega l’organizzatore – Il kayak da mare è un’imbarcazione, un tipo di canoa, pensata e realizzata appositamente per il mare».
«Si tratta di canoe chiuse – precisa – che sono nate nel Nord Europa, verso la Groenlandia. Erano usate dagli inuit per muoversi. I kayak da mare sono lunghi e stretti. I partecipanti arrivano da ogni regione d’Italia: Campania, Puglia, Sicilia ed Emilia Romagna, giusto per citarne alcune.
Durante la due giorni di kayak, i 40 amatori sono andati anche a visitare la Chiesetta di Portonovo: «Ho inventato un format che non c’era, da queste parti. Insieme alla parte ludica, al divertimento e all’escursione, uniamo anche un po’ di cultura». Ieri, cena da Emilia, proprio nella baia, ma niente moscioli, perché al momento c’è il divieto di pesca. Anche se qualcuno, sulle spiagge di Ancona, sembra ignorarlo (clicca qui).