ANCONA- «La donazione è un grande schiaffo alla morte». Sono le parole della dott.ssa Francesca De Pace, coordinatrice Centro Regionale Trapianti, nonché membro della Consulta Nazionale Trapianti, del Centro Nazionale Trapianti e del Direttivo del Nord Italian transplant. Nelle Marche si fanno donazioni di organi da 30 anni. Ci sono persone che decidono autonomamente di voler donare i propri organi, tessuti, cornee, altre invece che sono chiamate a fare una scelta importante. La morte di una persona cara è un momento doloroso, straziante. Nonostante questo, ci sono familiari che scelgono di dare speranza, di far continuare la vita acconsentendo alla donazione. L’ultimo esempio martedì 9 maggio 2017 negli Ospedali Riuniti, con la donazione multiorgano della giovane Caterina Governatori, 21enne di Castelfidardo, rimasta vittima di un incidente con l’auto giovedì 4 maggio a Recanati. Nel 2017, il numero di donatori nelle Marche è aumentato. Al 30 aprile, nei soli Ospedali Riuniti di Ancona i donatori procurati sono stati 8, 15 complessivamente in tutti i centri di prelievo della regione (29,15% per milione di popolazione). A questi dati confortanti però si aggiungo le opposizioni, 10 in questi primi mesi del 2017 (37,5% pmp) a fronte dei 28 donatori segnalati per accertamenti di morte encefalica (54,41% pmp). I donatori procurati nel 2016 sono stati 43, 19 negli Ospedali Riuniti. I donatori utilizzati sono stati 36. Le opposizioni sono state 19, nel 2015 erano state solo 10. Le donazioni multitessuto sono state 12.
Da luglio 1988- anno in cui è cominciata nella Regione Marche l’attività di procurement di organi e tessuti a fini di trapianto- al 31 dicembre 2016, i donatori effettivi nelle Marche sono stati 750 e hanno permesso di realizzare oltre 5.000 trapianti in tutta Italia. Dal 2005 a novembre 2015 sono stati realizzati nelle Marche 700 trapianti d’organo, fegato, rene e pancreas. Nel 2004, nel 2009 e nel 2012, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona è risultata al primo posto in Italia per numero assoluto di donatori di organo procurati. Attualmente le Marche sono nella fascia alta di procurement seppur con risultati oscillanti. Un grande impegno quotidiano nonostante gli scarsi mezzi a disposizione: dal personale ai finanziamenti. «Rientriamo nel bilancio dell’Azienda, non siamo dotati di nostri fondi. Abbiamo poco personale che lavora in condizioni di semi volontariato in quanto non ha tempo da dedicare esclusivamente a questa attività ma lo fa oltre l’orario di servizio. Facciamo il massimo con i mezzi che abbiamo. L’organizzazione andrebbe istituzionalizzata» spiega la dott.ssa De Pace.
Lo scorso 11 aprile 2017, l’Associazione Marta Russo ha premiato le Marche con il “Premio Solidarietà Marta Russo” per l’impegno dimostrato nei momenti tragici del sisma. È stato piantato un ulivo nel parco Marta Russo a Roma, dedicato alle famiglie dei donatori e agli operatori sanitari delle Marche. «È un riconoscimento grandissimo perché le Marche nonostante le scosse, nonostante le emergenze, nonostante gli ospedali distrutti hanno continuato a fare procurement e trapianti. I medici hanno continuato ad andare al lavoro. Mi ricordo che il 24 agosto, qui a Torrette abbiamo fatto due trapianti in condizioni difficili a causa delle continue scosse di terremoto» commenta la dott.ssa De Pace.
Dott.ssa De Pace, come mai in questi ultimi mesi le donazioni sono aumentate notevolmente?
«Dopo il terremoto, da novembre, è come se si fosse svegliato qualcosa. Negli ultimi mesi c’è stato un netto incremento delle donazioni. Purtroppo però il numero delle opposizioni è ancora troppo alto. La maggior parte di coloro che rifiutano la donazione degli organi sono gli anziani e gli stranieri. Quest’ultimi dipende dall’etnia. È importante far conoscere la cultura della donazione con la formazione e l’informazione. Periodicamente facciamo degli incontri, stiamo pensando di organizzarne alcuni dedicati agli stranieri».
Quali difficoltà si incontrano quotidianamente nell’attività di procurement?
«Nonostante sia molto alto il numero di donatori segnalati, il numero delle donazioni che riescono in un trapianto è molto minore a causa dell’aumento dell’età media dei donatori e la coesistenza di patologie potenzialmente trasmissibili al ricevente e che quindi sono controindicate alla donazione».
Generalmente chi è il donatore?
«È una persona sopra i 60 anni che ha avuto una patologia vascolare celebrale, un ictus o un’emorragia».
Può fornirci i dati dei trapianti effettuati nel 2016?
«Lo scorso anno abbiamo avuto 45 trapianti di rene, il maggior numero dal 2005, cioè da quando abbiamo cominciato. I trapianti di fegato sono stati 35».
Rispetto alle richieste di trapianti, il numero di donatori è basso?
«A livello nazionale si riesce a trapiantare 1/3 dei pazienti in lista d’attesa all’anno. In Italia si effettuano 3.000 trapianti di organi e oltre 15mila di tessuti. Il numero di cittadini in lista d’attesa per il trapianto resta stabile intorno a 10.000. Nelle Marche, attualmente sono 240 i pazienti in lista d’attesa iscritti al Centro Trapianti di Ancona e 134 fuori regione per quanto concerne cuore, polmoni e la seconda iscrizione per il rene. Nella lista del Centro Trapianti di Ancona sono iscritti anche molti pazienti residenti fuori regione. Ad esempio, su 35 trapianti di fegato, 22 pazienti provenivano da fuori regione: 8 dall’Umbria, 5 dalla Campania, 3 dalla Puglia, 3 dall’Abruzzo e uno dalla Toscana. Su 45 trapianti di rene eseguiti nel 2016, la metà dei pazienti erano da fuori regione. La lista d’attesa per il trapianto di rene è la più lunga. Il tempo medio di attesa sono 3 anni».
Le Marche per che cosa eccellono in questo settore?
«Le Marche rappresentano un centro di eccellenza per i trapianti di fegato con interventi su pazienti in situazioni particolarmente difficili e con un programma nazionale di trapianto fegato a soggetti sieropositivi per Virus HIV. Le Marche eccellono anche nell’organizzazione della rete del procurement nonostante gli scarsi mezzi che abbiamo a disposizione. Abbiamo rianimazioni eccellenti che fanno individuazione e trattamento delle donazioni».
Come si lavora quando c’è una donazione e poi un trapianto?
«È un processo complesso che dura 36 ore dalla segnalazione del donatore alla verifica di idoneità. C’è poi la verifica del consenso alla donazione degli organi tramite il Sit, Sistema Informativo Trapianti. La verifica di idoneità viene effettuata dai coordinatori locali dell’ospedale, dal coordinamento regionale, poi dal Nord Italia Transpalnt Program di Milano, (NITP) che è in contatto con il Centro Nazionale Trapianti Operativo (CNTO) di Roma. Se non basta ci sono le second opinion nazionali. Il ricevente è in lista d’attesa. Mandiamo un campione di sangue a Milano e si verifica la compatibilità di sangue del donatore e del ricevente. Se il riscontro è positivo e non ci sono urgenze nazionali, allora si può procedere e viene organizzato il trasporto dell’equipe e degli organi. Può essere effettuato in auto (equipe + organi), in auto (organi), aereo (equipe + organi), treno (campioni biologici). Il processo di donazione è difficile e impegnativo e coinvolge tutto l’ospedale. C’è un modo di lavorare solidale, tutti gli specialisti concorrono nell’effettuare un curatissimo esame in sei ore. Il nostro compito, oltre a monitorare le rianimazioni, individuare il potenziale donatore, valutarlo dal punto di vista medico-specialistico escludendo patologie trasmissibili e pericolose per il ricevente del trapianto, è anche quello delicato di avvicinare la famiglia e chiedere la non opposizione, qualora il deceduto non si sia espresso chiaramente in vita in merito alla donazione».
Ci sono nuove tecniche per effettuare trapianti?
«Le nuove tecniche sono di perfusione ex vivo e ricondizionamento degli organi. C’è il trapianto di cuore da donatore DCD cioè, da donatore a cuore fermo. Sono tecniche innovative sulla vitalità degli organi che provengono da una persona che è morta».
Quanto costa alla Sanità fare un trapianto?
«Costa parecchio, si va dai 50mila euro ma il costo è meno elevato rispetto alle cure per i pazienti con problemi di organo, o per i paziente in dialisi».
Quanto è importante la formazione?
«La formazione è fondamentale. Tra i compiti del Crt c’è anche la formazione al personale sanitario e l’informazione alla popolazione, in collaborazione con le associazioni di volontariato. Facciamo un grande sforzo per promuovere la donazione. Mettiamo in campo anche diverse iniziative come il progetto Donaction».
Come si può dare il proprio consenso alla donazione degli organi?
«Si può dichiarare la propria volontà presso l’Aido, le Asl, il Centro Regionale Trapianti e in Comune. Oppure, si può portare sempre con sé un bigliettino con scritto il proprio consenso alla donazione degli organi».
Le Marche sono tra le prime regioni d’Italia ad aver aderito nel 2013, al progetto “Una scelta in Comune”. All’atto del rilascio o del rinnovo della carta d’identità, presso gli Uffici anagrafe di molti comuni della regione, è possibile registrare il proprio assenso o diniego alla donazione di organi e tessuti direttamente nel sistema informativo del Centro nazionale trapianti. Nelle Marche, le persone che hanno dichiarato il proprio consenso alla donazione di organi sono 53.457 a fronte delle 56.827 dichiarazioni di volontà totali. Ad Ancona, il proprio consenso alla donazione è stato espresso da 14.790 persone.
STORIA. Presso l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona è situato il Centro Regionale trapianti Marche, nato nel 2002. L’attività di procurement, è la prima e indispensabile tappa del trapianto di organi e tessuti e gli ottimi risultati consentono di avere anche nelle Marche, un programma trapianti regionale. Si comincia con il rene, nel maggio 2005, e con il fegato nell’agosto 2005. Il Crt Marche coordina l’intero processo donazione-trapianto nella regione Marche, dall’alert donazione alla consegna dell’organo per trapianto, ottemperando a principi di sicurezza, trasparenza, tracciabilità dell’intero percorso secondo le Linee Guida Nazionali del Centro Nazionale Trapianti con cui si interfaccia quotidianamente con accesso informatizzato al SIT, SISTEMA INFORMATIVO TRAPIANTI nazionale. Il CRT Marche rientra nella macroarea Nord Italia collaborando con NIT, Nord Italian Transplant. A livello regionale il network trapianti lavora in stretta collaborazione con i 13 Coordinatori Ospedalieri, medici di Rianimazione responsabili del procurement in ogni Rianimazione marchigiana. La rete clinica è uno degli esempi di efficienza del sistema salute marchigiano, è attiva mediante contatti quotidiani, anche telematici con il sistema Donor Manager, monitoraggio locale degli ingressi e dei decessi con lesioni encefaliche, dei decessi con accertamento di morte con criteri neurologici che possano dare luogo a donazione. Il Ctr lavora in stretta collaborazione con la Banca degli occhi della Regione Marche, a Fabriano.