ANCONA – Le Marche nel controllo della ‘ndrangheta. La regione non è esente e l’attenzione deve rimanere alta. È quanto hanno sottolineato ieri il pm di Catanzaro Nicola Gratteri, da anni sotto scorta per la sua lotta alla criminalità organizzata, e il giornalista e scrittore Antonio Nicaso. Insieme hanno scritto il libro “Fiumi d’oro”, proprio tracciando un quadro ben dettagliato di quello che è oggi la ‘ndrangheta con un fatturato di 50 miliardi di euro, presentato all’università di Economia su invito del Lions Club Ancona Colle Guasco. A moderare l’incontro, con interviste ai due ospiti, l’avvocato Laura Versace, 34 anni, originaria della Calabria ed esperta di ‘ndrangheta sulla quale ha fatto una tesi intervistando magistrati, forze dell’ordine e cittadini.
«Se non si è attrezzati sul piano del controllo pubblico amministrativo e sul piano giudiziario – ha detto Gratteri – c’è il rischio di trovarsi, come è accaduto per altre realtà, la ‘ndrangheta e poi la camorra prima insediata e poi radicata». Il riferimento è agli appalti del post sisma. «Bisogna stare attenti e dire agli imprenditori – ha continuato Gratteri – che non esistono scorciatoie e non bisogna aprire le porte alle imprese che offrono servizi e lavoro a basso costo perché è l’inizio della fine dell’economia legale. L’economia illegale non crea profitti e ricchezza nel lungo periodo ma solo inclusione».
L’organizzazione criminale corrompe avvocati, broker, commercialisti e professionisti senza scrupoli. Lo ha evidenziato Nicaso spiegando come la ‘ndrangheta «è l’organizzazione più ricca e potente al mondo legata al territorio e in grado di infiltrarsi nei flussi finanziari».
«Non si riesce a farne a meno – ha continuato lo scrittore – è un bacino di voti e di potere che coinvolge i professionisti. Non ha bisogno di fare ricchezza ma di giustificarla riciclando il denaro che già ha. Come? Comprando imprese, attività, pagando anche le tasse e creando posti di lavoro così si assicurano l’appoggio anche dei cittadini».
La presenza della ‘ndrangheta nel territorio marchigiano risale a prima dell’euro. Nicaso ha spiegato come da riscontri giudiziari è emerso che un ‘ndranghetista oggi collaboratore di giustizia, Stefano Serpa, era riuscito solo con una telefonata ad una banca nelle Marche, a far passare uno scoperto sul conto da 5 ad 80 milioni di vecchie lire.