ANCONA – La ricerca è uscita dai laboratori delle aule universitarie ed è scesa in piazza. Oltre 70 eventi con 200 ricercatori hanno dato vita a “Sharper, la notte europea dei ricercatori”, organizzata dall’Università Politecnica delle Marche per il quinto anno consecutivo. Dalle 18 una folla ha invaso le vie principali del centro dove i ricercatori hanno parlato di meduse, api e orsi polari, delle sorprese della spesa, di fake news, fortezze millenarie e di prevenzione sismica.
Tanti gli stand e le attività per grandi e piccini all’interno della grande “Fiera della scienza” con oltre 45 progetti raccontati dai loro ricercatori, come il guanto che permette di suonare un sintetizzatore a distanza, le proteine mostrate ai bimbi in 3D per la creazione di nuovi farmaci, l’app per supportare i bambini dislessici nell’apprendimento e una ricerca sul sonno per spiegarne tutti i segreti. Oltre al “Medical check-up” per controllare la propria età biologica, c’erano un’area “Sharper Salute” con un convegno sulla medicina di genere e tre campi sportivi a cura del CUS Ancona.
Raddoppiato lo spazio dell’area bimbi con la scienza delle bolle, lo spettacolo della chimica per i piccoli, la salute 10 e Lode e un laboratorio sul cibo. Presi d’assalto lo spazio dedicato ai due Poli Artico e Antartico, ai mondi sommersi e l’auto da corsa della Formula Sae con il simulatore di guida in pista. Imperdibili l’Urban Trekking “Attraverso 2000 anni di storia”, i ricercatori in diretta radiofonica e il bus della Polizia Scientifica con una scena del crimine da risolvere.
Conosciamo più da vicino i ricercatori. Ne abbiamo intervistati quattro, a cui abbiamo posto tre domande:
1. Cosa è per te la ricerca?
2. Cosa significa partecipare a Sharper?
3. Cosa porti a casa dopo questo evento?
Miche Bellesi è un ricercatore di Medicina Sperimentale e Clinica. La sua ricerca si chiama “A cosa serve dormire?”:
1. «È curiosità, è passione, è voglia di scoprire cosa la natura nasconde».
2. «È una grande opportunità per far conoscere il significato della ricerca, far capire a cosa serve e perché è fondamentale».
3. «Entusiasmo e motivazione, perché scopri che quello che fai non lo fai solo per te stesso, ma lo fai per migliorare il mondo in cui tutti viviamo».
Sara Ruschioni è entomologa della Politecnica e ha tenuto uno speach allo speaker corner dal titolo “Cosa si dicono le api”:
1. «La ricerca è curiosità, passione e condivisione».
2. «Partecipare a Sharper è un ottimo modo per poter condividere con tutti il mio lavoro, la mia passione. Lo stimolo che noi ricercatori riceviamo durante Sharper è sempre positivo. Vedere le reazioni curiose di chi ci ascolta dà un senso più ampio alla nostra ricerca».
3. «Dopo l’evento porto a casa la stanchezza. Ahaha scherzo! Dopo Sharper porto a casa soddisfazione e ispirazione».
Ramona Quattrini, del Digital Culture Heritage:
1. «Lavorare per una consapevolezza maggiore del valore della conoscenza e del progresso umanistico e scientifico».
2. «Tanto coinvolgimento con i colleghi e con gli studenti per cercare di pensare ai temi che sempre studiamo, ma fuori dai propri schemi».
3. «Raccontare le nostre ricerche a tutti, anche ai più piccoli ci mette alla prova e ci rende più bravi per farle capire meglio e finalmente anche ai figli».
Silvia Illuminati ha portato il progetto dei Poli Antartico e Artico:
1. «La ricerca è conoscenza. La possibilità di ampliare i propri orizzonti e dare spazio ai sogni.
2. Sharper è condividere e far conoscere a tutti, adulti, giovani, bambini, la nostra passione per la ricerca.
3. Una grande soddisfazione, quando riesci a far comprendere a qualche scettico l’importanza della ricerca e l’eccellenza di quella italiana. E una gioia più grande è vedere i ragazzi e i bambini appassionarsi e diventare “ricercatori per un giorno”».