ANCONA – Otto punti separano in classifica Ancona e Sud Tirol. I biancorossi, dal basso dell’ultimo posto in classifica, non possono più sbagliare e si apprestano ad un trittico di gare “vitale” per le speranze di permanenza in LegaPro. Una salvezza che oggi appare come una montagna insormontabile che però, se raggiunta, potrebbe valere oro per il Cavaliere con centododici anni di storia alle sue spalle.
De Patre ha chiesto grinta e determinazione, la stessa che utilizzava da mediano in mezzo al campo, per uscire da questo momento difficile al cospetto di un SudTirol voglioso di riscatto. Gli altoatesini, dell’ex Tulli, sono reduci da tre sconfitte consecutive e hanno tutte le intenzioni di portarsi via l’intera posta in palio dal Del Conero.
In tutto questo, non bastasse già una vigilia delicata da un punto di vista tecnico, la settimana che si è conclusa è stata un’altra tra le più infuocate degli ultimi mesi. Sette giorni in cui non ci si è fatti mancare proprio niente. Dalla delusione Post-sconfitta con il Pordenone, alle vicissitudini legate alle dimissioni di Mancini passando per le dichiarazioni di Nacciariti, De Nicola e del sindaco Mancinelli. Il tutto aumentato dalla bufera che sta scoppiando in merito al Torneo di Viareggio.
Ancona-Pordenone, oltre la sconfitta per 0-2, ha evidenziato la completa spaccatura tra la parte più calda del tifo, la Curva Nord, e la proprietà, in una contestazione che non ha risparmiato neanche la squadra. Dopo aver incessantemente sostenuto i giocatori, dal rigore fallito in malo modo da Voltan, i supporter hanno detto basta, stanchi di mesi di delusioni.
Fischi per tutti, in particolar modo per capitan Ricci. Insulti e cori contro Michele Paolucci, ormai bersaglio della tifoseria, dopo l’acceso alterco con alcuni tifosi in tribuna nella partita con il Matera.
Nel dopogara le parole di De Patre, ex biancorosso negli anni di Spalletti e Simoni, sono state apprezzate dall’ambiente. Parole cariche di umiltà, di voglia di riscatto, parole di un centrocampista abituato a tirarsi giù i calzettoni ed entrare in tackle deciso pur di vendere cara la pelle.
E forse far quadrato intorno alla squadra potrebbe servire, nella speranza di salvare la categoria, magari con qualche cambiamento. Un’ eventuale presa di posizione contro l’ex attaccante di Catania, Siena e Juventus o un passaggio di consegne sul ruolo di capitano potrebbero essere segnali distensivi, verso un nuovo inizio con De Patre al timone.
Lunedì si è dimesso Gianfranco Mancini da responsabile del Settore Giovanile dopo aver già rassegnato le dimissioni da Direttore Generale. Un addio già vociferato nei giorni precedenti e smentito dall’Ancona con un comunicato ufficiale non più tardi di domenica mattina. I saluti arrivano dopo la fallimentare spedizione anconetana al Torneo di Viareggio, dove capitan Gioacchini e compagni hanno rimediato tre sconfitte (di cui si dirà meglio dopo) subendo diciassette reti e realizzandone soltanto due.
«Sono sempre stato contrario alla società partecipata/gestita dai tifosi, e venivo visto come un disfattista – dichiara Paolino Giampaoli (tifoso storico dell’Ancona) -. David Miani, in tanti anni di militanza al seguito dell’Ancona, non ricordo di averlo mai visto se non in rare occasioni. Forse se fossero arrivati prima Spadoni e Nacciariti probabilmente la situazione poteva essere recuperabile. Credo in De Patre, se mette la stessa grinta che aveva quando giocava, qualcosa potrebbe cambiare e sarebbe veramente un miracolo. Per me, al momento, non si salva nessuno. Chi è dentro è dentro, e deve assumersi le sue responsabilità nei confronti della piazza della tifoseria. Nessuno ha obbligato nessuno. Mi piange il cuore a vedere l’Ancona così».