ANCONA – Le testimonianze di Fedez e Sfera Ebbasta sono state utili per ricostruire i contorni della tragedia della Lanterna Azzurra. Lo hanno sostenuto alcuni legali al termine dell’udienza che si è tenuta ieri in Tribunale ad Ancona, nell’ambito del processo bis che si occupa delle presunte responsabilità legate alla sicurezza dentro e fuori il locale, alle carenze strutturali e al rilascio della concessione per il pubblico spettacolo. Nove gli imputati.
Dopo aver presentato certificazione di impedimento a presenziare al processo, per motivi di salute e di lavoro, ieri i due artisti sono stati ascoltati. Fedez perché si era già esibito nel locale di Corinaldo nel 2015 e poi nel 2016, Sfera Ebbasta perché era atteso la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 per un dj-set in discoteca, dove però non arrivò mai. Sentito anche il manager di Sfera Ebbasta.
Fedez in aula ha spiegato che a Corinaldo quella sera si è verificato lo «scenario peggiore» in cui si sono combinati fra loro tre elementi: il «cachet alto (17.500 euro, secondo l’accusa), spesa bassa per i biglietti (venduti a 20 euro) e capienza limitata del locale» nel quale non sarebbero potute entrare più di 500 persone.
Sfera Ebbasta ha ricordato che in «altre occasioni» durante le sue esibizioni era stato spruzzato spray al peperoncino e in particolare ha ricordato un’occasione in cui lo spray venne utilizzato in sala, mentre era sul palco: «L’esibizione è stata sospesa per 15-20 minuti, perché la gente accusava bruciori agli occhi: si sono accese le luci e i ragazzi della sicurezza del locale hanno aperto le porte, mentre io sono rientrato nel backstage, e solo successivamente il concerto è ripreso e la gente è stata fatta rientrare».
Per l’avvocato Marina Magistrelli che difende il sindaco di Corinaldo, la deposizione di Fedez «è stata assolutamente positiva perché mi è sembrato, e credo anche a tutti i presenti, che abbia usato onestà intellettuale» ha raccontato «la sua organizzazione in fatti di questo genere, quindi è stata una dichiarazione molto ma molto utile, per il processo». Sfera Ebbasta, aggiunge Magistrelli, ha parlato «anche della banda dello spray, non solo» di quella «che è venuta a colpire a Corinaldo, ma che era una moda in quel periodo, e invece sembra che adesso, la banda dello spray, abbia cessato questo operato, quindi sono stati racconti utili».
L’avvocato Corrado Canafoglia, legale di parte civile di alcune persone che rimasero ferite quella notte, definisce «surreale dover ascoltare due cantanti famosi come Fedez e Sfera Ebbasta in un’aula di Tribunale, i quali hanno dato prova di essere due ragazzi in gamba, per un fatto che avrebbe dovuto portare gioia e ha invece portato dolore alle famiglie». Canafoglia ricorda che «venivano distribuiti biglietti omaggio».
«Sono stati estremamente franchi e diretti – spiega l’avvocato Irene Ciani, legale della famiglia Vitali – soprattutto Fedez che non è direttamente coinvolto». «Testimonianze importanti – osserva – perché ci hanno riportato la prassi di come funziona un dj-set e, soprattutto in termini di sicurezza, di chi deve preoccuparsi dell’utenza in discoteca» e «soprattutto le prevenzioni, cosa che in questa situazione è mancata».
Secondo il legale si è trattato di testimonianze importanti anche circa «l’affluenza prevista e raffrontando i dati con quello che poi in realtà è successo, capiamo che c’è stato una sorta, tra virgolette, di ‘adescamento’ di centinaia e centinaia di ragazzi quando la struttura non poteva assolutamente contenerli». «Sfera Ebbasta si è limitato a riferire quello che ha potuto sapere o che sapeva, si è trincerato dietro un contratto che lo esime da ogni responsabilità, lui come il suo manager, però questo lo vedremo in discussione poi».
Francesco Vitali, fratello di Benedetta, una delle cinque giovani vittime, spiega: «Mi ha colpito una dichiarazione del manager di Sfera Ebbasta» raccontata al termine dell’udienza; il riferimento è a quando Pablo Miguel Lombroni Capalbo, in arte Shablo, «ha detto che questi episodi di spray al peperoncino sono accaduti anche in altri posti» dove «ci sono state solo delle interruzioni, mentre invece, purtroppo, quella sera (8 dicembre 2018, ndr) tutto il contrario perché sono morte sei persone».
Anche Sfera Ebbasta nel corso della sua testimonianza ieri in aula ha ricordato che in «altre occasioni» durante le sue esibizioni in alcuni locali era stato spruzzato spray al peperoncino e che mentre era sul palco l’esibizione era stata sospesa, «si sono accese le luci e i ragazzi della sicurezza del locale hanno aperto le porte, mentre io sono rientrato nel backstage, e solo successivamente il concerto è ripreso e la gente è stata fatta rientrare».