ANCONA – Ha avuto il via libera all’unanimità nella seduta consiliare di ieri (28 settembre) la mozione dei dem, “Il lavoro, priorità assoluta per le Marche”, di cui il primo firmatario è il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo. «Mi fa molto piacere che sulle proposte che ho avanzato su un tema così rilevante ci sia stata una condivisione da parte di tutti i Gruppi consiliari» ha detto l’esponente del Pd.
Obiettivo della mozione, quello di puntare alla riqualificazione e alla ricollocazione di chi ha perso il lavoro o di chi rischia di perderlo, anche a causa delle vertenze ancora in ballo sul territorio, una su tutte Elica. «L’inserimento lavorativo di giovani e donne, il diritto al lavoro delle persone con disabilità» sono tra le priorità dell’iniziativa del gruppo consiliare del Pd.
I dem con la mozione vogliono accendere i riflettori anche sulle risorse del Pnrr, piano nazionale di ripresa e resilienza, che insieme a fondi nazionali e anche regionali, potrebbero fare la differenza nel mettere in campo interventi e misure volti «a contrastare in ogni modo scelte gravi di delocalizzazioni produttive, sostenere le esperienze delle “imprese rigenerate” che consentano di rilevare aziende in difficoltà a cooperative formate dai lavoratori delle imprese stesse».
Tra le proposte messe nero su bianco nella mozione anche quella di «prevedere forme di incentivazione all’assunzione stabile dei giovani, promuovendo sempre più l’orientamento, l’inserimento lavorativo dei neolaureati con progetti che coinvolgano le Università, la formazione di nuove competenze, l’alternanza scuola-lavoro» afferma Mastrovincenzo, nel sottolineare la necessità di potenziare i Centri per l’Impiego e di garantire una formazione rispondente alle reali esigenze del tessuto produttivo».
Per i dem è necessario incentivare tutti i modelli organizzativi e i progetti che valorizzino il welfare territoriale attraverso un utilizzo appropriato dei Fondi europei per favorire l’occupazione femminile; promuovere la parità retributiva di genere; promuovere la creazione di piccole e microimprese femminili proprio nei settori in cui la presenza delle donne è più marcata. Fondamentale poi creare forme di collaborazione più strette tra i diversi settori, come sociale, lavoro, sanità, per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, promuovendo un’opera di sensibilizzazione nei confronti di aziende private ed enti locali sul tema. L’auspicio del primo firmatario è che «la Giunta regionale traduca in provvedimenti concreti quanto deliberato dal
Consiglio».
Al centro della seduta consiliare di ieri, anche una interrogazione del gruppo dei dem sui ristori per il settore socio-sanitario e sociale, afflitto dalla pandemia di Covid-19. I consiglieri hanno rappresentato in Aula le difficoltà degli operatori durante la pandemia e i primi lockdown, che nonostante le forti perdite economiche, hanno continuato a erogare servizi di assistenza ad anziani, disabili, minori, soggetti con problemi di salute mentale e dipendenze patologiche.
L’assessore Saltamartini rispondendo all’interrogazione ha spiegato che la Regione riuscirà a coprire il 60% circa delle spese straordinarie sostenute dalle strutture, una quota giudicata insufficiente dai dem, che per voce del capogruppo Maurizio Mangialardi evidenziano che «ciò significa, come più volte dichiarato dagli stessi enti gestori, che sotto il peso dei debiti si rischia di perdere tra il 30% e il 40% dei presidi che si occupano quotidianamente di oltre 10 mila persone non autosufficienti gravi e fragili, riversando migliaia di loro nelle strutture sanitarie pubbliche. A ciò vanno aggiunte le pesanti ricadute sui livelli occupazionali, con la cancellazione di centinaia di posti di lavoro, e i disagi per le famiglie che si ritroverebbero a non poter più contare su questo imprescindibile supporto».
«Saltamartini – conclude Mangialardi – che evidentemente ha perso la sua baldanza da campagna elettorale, viene a raccontarci oggi che porterà la questione in sede di Conferenza delle Regioni per chiedere sostegno al governo. Né lui né il presidente Acquaroli si rendono conto che queste realtà svolgono una funzione di protezione sociale indispensabile e di grande qualità nel nostro territorio. Attività che non possono assolutamente attendere i tempi di una trattativa istituzionale a livello nazionale. Di fronte a tanta incoscienza annunciamo già da ora una mozione che impegni la Gunta a reperire all’interno del bilancio le risorse necessarie a liquidare i ristori previsti per le annualità 2020 e 2021».