ANCONA – Il contesto economico e sociale cambia velocemente e, per eccellere, le imprese dovranno riuscire ad anticipare i mutamenti in corso. Uno sguardo al futuro che Confindustria Marche ha voluto condividere con una qualificata platea all’Istao ieri sera con il seminario “Orizzonte 2030” leadership e competenze del futuro”, organizzato da Piccola Industria nazionale. Un seminario per aiutare le imprese a comprendere il contesto competitivo dei prossimi anni e le possibili leve di sviluppo, con uno sguardo attento al futuro del Paese. «La globalizzazione e le nuove tecnologie digitali ci spingono ad innovare prodotti e processi produttivi, organizzazione del lavoro e modo di stare sul mercato: ci impongono di ripensare l’impresa. E sono le risorse umane, le persone, il fattore vincente», ha affermato Bruno Bucciarelli, Presidente di Confindustria Marche.
Aldo Ferrara, coordinatore del Comitato Scientifico di Piccola Industria di Confindustria, che riunisce esponenti del mondo accademico, Commissione Europea, mondo bancario e professioni e persone che provengono da vari territori, ha sottolineato come il vero tema di oggi sia il cambiamento «che spaventa molto, ma è giusto perché il cambiamento non è mai neutrale». E sul tema è tornato alla fine Diego Mingarelli, Presidente Piccola Industria Marche, individuando nel cambiamento e nella resilienza le vere leve della crescita a cui ha aggiunto l’innovazione. «Dobbiamo essere trasversali – ha detto – e cercare l’innovazione anche in mondi diversi dal nostro: confrontarsi ma non solo. Dobbiamo anche crescere attraverso l’emulazione di chi è più bravo di noi».
Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria, ha definito i tratti salienti delle imprese più performanti: «innovazione, complessità dei prodotti (diversificazione) e presenza sui mercati esteri. Se è vero che non c’è un imprenditore uguale all’altro e ogni impresa è unica, esistono alcuni fattori comuni che possono aiutare a essere migliori: fare un salto culturale, cambiare modo di gestire l’impresa in ottica 4.0, investire in capitale umano e puntare sul brand Italia». Federico Visconti, rettore Università Carlo Cattaneo LIUC è entrato nel vivo dell’argomento individuando alcune caratteristiche della leadership: avere una visione a medio termine prima di tutto e costruire una squadra. Non solo. Visconti ha parlato di ambizione 4.0, ovvero la tensione positiva verso obiettivi sempre più sfidanti e di cantiere famiglia-impresa, un tema ancora attuale. «Non ci devono essere equivoci nella gestione – ha detto – bisogna avere una sana distanza dal familiarismo e creare un ambiente favorevole alla crescita imprenditoriale dei figli. Senza dimenticare gli interventi necessari sul capitale».
Per Stefano Molina, dirigente di Ricerca Fondazione Giovanni Agnelli, «entro il 2030 potrebbe scomparire il 47% delle attuali professioni e anche quelle che rimarranno potranno avere competenze diverse». E quali saranno le competenze trasversali più importanti nei prossimi anni? Risolvere problemi, comunicare in modo efficace, apprendere in maniera continuativa e lavorare in gruppo. «A contare – ha continuato – saranno sempre più le competenze e meno i titoli di studio, anche se paradossalmente ci sarà sempre una maggiore richiesta di laureati. Perché? Per alcune caratteristiche che i laureati posseggono rispetto agli altri: capacità di apprendere rapidamente, visione di insieme, autonomia, capacità di comunicazione, capacità di assorbimento».